Gonzalo Higuain chi l’ha visto? O meglio, al Camp Nou si è visto principalmente per il gesto che purtroppo ha fatto tramite il Web il giro del mondo, ossia il dito medio mostrato ai tifosi blaugrana. Per il resto, le statistiche personali del match, riportate da Tuttosport, sono impietose: zero gol, un tiro da dentro l’area, zero tiri da fuori, un tiro nello specchio, due duelli vinti, sei duelli persi, zero palloni recuperati. Sono i dati di un fantasma e purtroppo, al di là delle reti messe a segno in campionato, fin qui la partecipazione alla causa da parte dell’argentino è stata davvero minimo.
Sui social network e sulle community bianconere, i tifosi si interrogano: che fine ha fatto “mister 90 milioni”? Anche lo scorso anno ha fatto un po’ di fatica all’inizio, per via di una condizione atletica non ottimale, eppure questa estate sembrava essersi presentato in ritiro più snello e leggero di 12 mesi prima. Evidentemente c’è dietro qualcos’altro, perché lo stesso Allegri ha sottolineato nel post-partita di Barcellona-Juve che il Pipita “abbassa la testa, sbuffa, deve stare più tranquillo”. Cosa c’è che lo turba?
La Juventus è affondata al Camp Nou come a Cardiff, senza che l’ex Napoli abbia sostanzialmente provato a dare una mano ai compagni. C’è da dire che al momento di palloni giocabili in avanti ne arrivano davvero pochi e per un rapace d’area di rigore come Higuain, toccare pochi palloni rende nervosi e poco lucidi. Non è facile stare sul pezzo quando sei costretto a vagare per il campo in attesa che prima o poi ti arrivi qualcosa di buono. È qualcosa alla quale Allegri e il suo staff stanno lavorando, ma non può essere un caso se anche il ct dell’Argentina, Jorge Sampaoli, ultimamente gli abbia preferito Icardi.
Qualcuno evidenzia che non ci sia nulla di nuovo: anche al Napoli e al Real Madrid non incideva a livello internazionale, mentre in campionato ha sempre avuto medie gol molto elevate. I tifosi della Juventus, in sostanza, sottolineano che è meglio che l’argentino faccia meno gol, ma che li faccia nei big match contro avversari tosti, piuttosto che abbondare con le cosiddette “piccole”.