A meno di quarantotto ore dal fischio finale di Juventus-Fiorentina, anche i moviolisti più feroci si stanno rendendo conto di un qualcosa che, per chi non è offuscato da becere questioni passionali, era evidente fin dall’inizio: la vittoria dei bianconeri contro i viola è assolutamente senza macchie.
Se il primo rigore è netto (nonostante qualcuno abbia comunque, senza vergogna, osato affermare il contrario) sul secondo si può discutere. Esatto, avete capito bene, si può discutere. Si poteva dare? Sì. Si poteva evitare? Certamente. Insomma, in casi come questi la parola “scandalo” viene utilizzata solo quando di mezzo c’è la Vecchia Signora. Ma facciamo un passo indietro: al minuto 18 Igor abbraccia Cristiano Ronaldo nella propria area di rigore. Ora, capisco che il giocatore della Fiorentina potesse avere bisogno di affetto, capisco anche che portarsi a casa la maglia di CR7 sia un’occasione più unica che rara, ma certe cose, nel calcio, non sarebbero consentite.
Dunque, ricapitolando: un rigore giustamente concesso, uno “nì” e uno clamoroso non assegnato. Risultato finale del match: 3-0. Come? 3-0? Ma davvero tutto questo putiferio è venuto fuori dopo un risultato del genere? Ma sul serio tutte queste polemiche, alla fine, sono scaturite dal nulla?
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: Rocco Commisso, prima di “scatenare l’inferno” al termine del match, ha rivisto gli episodi? A parer mio, assolutamente no. Il presidente della Fiorentina, infatti, è stato mosso da quel sentimento popolare anti juventino, che tanto aizza le folle e che tanto piace alle varie tifoserie. Anche se, un fondo di verità nelle dichiarazioni dell’italo americano c’è: la sua squadra, infatti, ha sì subito dei torti in questa prima parte di stagione.
Il primo, proprio nella giornata d’esordio del campionato, con quel tuffo di Mertens sanzionato dal direttore di gara con il tiro dagli undici metri: senza ombra di dubbio, uno degli episodi arbitrali più clamorosi di quest’annata (insieme al placcaggio di Lautaro Martinez contro l’Atalanta, primo per distacco). Ah, e quella partita finì addirittura 3-4, non 3-0. Il secondo, molto recente, contro l’Inter in Coppa Italia, dove un rigore (sacrosanto) non concesso agli uomini di Iachini ha permesso ai ragazzi di Conte di accedere alle semifinali (partita terminata 2-1, non 3-0).
Come mai, in virtù di ciò, Rocco Commisso si è sfogato solo contro la Juventus? La risposta la sapete meglio di me. Insomma, il confine che ti porta da essere un “piangina” a un “eroe” è molto sottile quando di mezzo ci sono i bianconeri.
Andiamo avanti. Già, perché gettare fango sulla Juve è l’unica cosa che conta, e ce lo insegna molto bene anche qualche personaggio pubblico che, nascosto dietro a un velo sempre più trasparente di comicità, non perde occasione per rilasciare dichiarazioni così livorose da apparire ormai ridicole (tra l’altro, sempre senza la controparte).
E così si finisce sempre lì, a ripetere le solite frasi stereotipate, quasi come un pupazzo (in questo caso il pupazzo Uan), a fare sempre i soliti casini (Bim, bum, bam) per nulla, a domandarsi continuamente quale sia “Il senso della vita” di fronte a tali ingiustizie, a parlare con la pancia, come piace alla massa indistinta. Chissà se Darwin (che salutiamo), quando pensava all’evoluzione della specie, immaginava che saremmo arrivati a tanto.
Non lo so, ma è una cosa è certa: non è la prima e non sarà l’ultima volta.
Attendiamo il prossimo… anzi, avanti un altro.