Sono passati sei giorni dall’addio di Antonio Conte alla Juve con il conseguente arrivo di Massimiliano Allegri, eppure ancora non si è capito molto bene cosa sia successo realmente tra allenatore e società. Pavel Nedved dalla Repubblica Ceca ha fatto sapere che Conte fosse solo stanco e stressato dopo tre stagioni al limite. Secondo ‘Tuttosport’ di oggi, lo stress sarebbe solo una piccola parte di verità: alla base dei dissidi pare ci fosse la strategia non comune sulla crescita della squadra e il mancato arrivo di Juan Cuadrado dalla Fiorentina.\r\n\r\nAl di là di dichiarazioni ufficiali, lettere e video, rimangono ancora zone d’ombra nel divorzio tra Conte e la Juventus. La decisione non è stata fulminea, come potrebbe sembrare, ma maturata da maggio alla settimana scorsa: lo scollamento è stato progressivo ed inesorabile anche per questioni di mercato. Il tecnico salentino ha chiesto alla società l’acquisto di Cuadrado, qualunque fosse il prezzo: i rapporti non buoni con la Fiorentina e il prezzo salito alle stelle per l’intromissione di Bayern Monaco e Barcellona, hanno reso l’affare impossibile. In generale, Conte voleva una conduzione diversa del mercato per la crescita globale della squadra, con l’obiettivo comunque di primeggiare in Europa.\r\n\r\nDa un lato, dunque, c’era la rivoluzione della rosa chiesta da Conte (via 10 giocatori), dall’altra il piano dei piccoli passi della società: la Juventus non avrebbe mai “imposto” la vittoria della Champions, ma Conte temeva che la chiedessero i tifosi e non avrebbe potuto accontentarli. Insomma: “se non vinco in Europa mi brucio agli occhi della piazza”, un pensiero che rivaluta e non poco Massimiliano Allegri, un tecnico che ha accettato una sfida quasi impossibile, ossia di eguagliare Conte in campionato e fare meglio in Europa. Se non ci riuscirà, il toscano rischierà di bruciarsi, se invece dovesse conquistare lo scudetto e arrivare anche solo ai quarti di Champions…\r\n\r\nDi sicuro Antonio Conte rimane juventino a vita e un suo ritorno non è escluso: il tecnico se n’è andato senza attaccare nessuno, lasciandosi una porta aperta per il futuro. La società, però, ha fatto muro e continua a negare dissidi di mercato e piani di crescita: Conte sapeva bene che non poteva prentendere colpi da 40 milioni, quando ci sono club stranieri che solo tramite lo sponsor tecnico e il main sponsor portano a casa 160 milioni di euro l’anno, contro i circa 30 dei bianconeri. Stress e motivo personali sono la motivazione della rottura secondo il club e non si accettano altre versioni.