Una montagna di Maalox vi seppellirà
Nuovo modulo, “vecchio” Dybala: grazie a una splendida giocata dell’argentino, i bianconeri vincono contro un volitivo Milan
Nuovo modulo, “vecchio” Dybala: grazie a una splendida giocata dell’argentino, i bianconeri vincono contro un volitivo Milan, ma lo fanno con una certa fatica, soprattutto nel costruire gioco. Complice la scarsa vena di molti dei suoi giocatori, ma anche quella confusione tattica che ultimamente sembra aver “colpito” calciatori e allenatore dopo un inizio di stagione promettente in tal senso. La sensazione, palpabile, è che da un po’ la squadra faccia fatica a produrre gioco.
Manca la continuità nelle geometrie tipiche degli schemi di Sarri, che si vedono a sprazzi, e ci si affida troppo spesso all’imprevedibilità del guizzo del singolo.
Anche ieri, dov’è toccato a Dybala togliere le proverbiali castagne dal fuoco, con una giocata da campione supportata inizialmente da un lampo di “sarrismo”, un bel fraseggio rapido coi compagni.
Probabilmente un po’ di stanchezza, visti gli impegni ravvicinati, la necessità di dover far giocare spesso gli stessi uomini per creare un’intesa generale utile a sviluppare poi gli schemi del mister, e un po’ di ostinazione dello stesso tecnico toscano nel puntare troppo su qualche atleta palesemente in calo da tempo (Bernardeschi e Rugani, mentre gente come Demiral marcisce in panchina), stanno influendo sulle prestazioni. A questi elementi si aggiungono poi gli infortuni, che hanno costretto Sarri a cercare soluzioni tattiche all’apparenza incomprensibili e in controtendenza rispetto all’idea iniziale del progetto bianconero, e l’atavico problema di quel centrocampo che necessiterebbe di ritocchi importanti da almeno due sessioni estive di mercato, ma che solo in parte ha visto un intervento l’ultima.
Intendiamoci, la mediana bianconera è molto forte, forse non come quella formata a suo tempo da Pirlo, Vidal e Pogba, ma di certo non è da sottovalutare. Tuttavia avrebbe bisogno ancora di un paio di innesti, forze fresche che per età e qualità possano offrire più alternative al tecnico e alle sue idee di calcio.
Un giovane talento come Tonali, giusto per fare un nome, più un top sano che sappia abbinare tecnica e senso tattico con grinta e dinamismo – in una parola, un altro Vidal – sarebbero a mio parere perfetti per completare il centrocampo.
Ad ogni modo, speriamo che la sosta serva a ricaricare le batterie fisiche e mentali dei giocatori, e a far trovare la forma completa a chi ancora non ce l’ha, così da ritrovare e migliorare quel modo di giocare che nelle scorse settimane ha consentito ai bianconeri di esprimere un calcio aggressivo, pericoloso in avanti ed efficace.
Che non significa “il buttarsi tutti in avanti alla cieca” di zemaniana memoria, ma semplicemente tenere palla, costruire gioco e costringere gli avversari a difendersi.
La Vecchia Signora resta la squadra più forte in Italia, ed è assurdo vederla rischiare di perdere punti contro certi avversari.
Un commento finale voglio riservarlo al “caso” Cristiano Ronaldo. Un caso che in realtà non esiste se non nella mente di chi della disinformazione anti-juventina ne ha fatto una ragione di vita. Una questione al solito montata ad arte per parlare male dei bianconeri e nascondere il caos, quello sì vero, presente in altri club con tanto di ammutinamenti, liti nello spogliatoio e pianti greci davanti alle telecamere.
Ebbene, i fatti relativi al fuoriclasse portoghese sono ben diversi: a un certo punto della gara, Cristiano Ronaldo si ferma, impreca toccandosi il ginocchio, e fa cenno alla panchina che ha qualche problema e vuole uscire. Sarri, che in conferenza ha parlato più volte dei fastidi fisici del calciatore e che aveva già preventivato dei cambi con Dybala e Douglas Costa, toglie il portoghese che esce infuriato. Ma con se stesso, e non col tecnico!
Il Fenomeno ex Real Madrid sa di non essere al 100% come vorrebbe, così a partita conclusa – e non mezz’ora prima come sostiene qualcuno – saluta gli addetti e alcuni membri dello staff bianconero, e va via dall’Allianz Stadium deluso dalla sua gara. Niente gesto da prima donna, niente screzi con Sarri, niente atteggiamento spocchioso: in estrema sintesi, non esiste nessun caso Ronaldo.
Quelle sono invenzioni belle e buone di chi gode nel ricamare su questa vicenda e spera così di creare tensioni vere all’interno dello spogliatoio juventino e tra i tifosi. Non è la prima volta, né sarà l’ultima: non cadiamo nel loro tranello.