Spadafora: “Sentiero stretto, potremmo seguire la Ligue 1”, campionato finito?
Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, pessimista sulla ripresa dei campionati di calcio: “Potrebbero essere gli stessi club a dire basta”
Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, mette in guardia il mondo del calcio: sarà molto difficile concludere la stagione 2019-2020, l’Italia potrebbe seguire l’esempio della Francia annunciando presto lo stop definitivo dei campionati. “Sarà il comitato tecnico scientifico a darci le indicazioni: il protocollo presentato dalla Lega di A non è stato ritenuto idoneo. Il percorso per la ripartenza è un sentiero sempre più stretto”, sottolinea a La7.
La decisione della Ligue 1, il primo dei grandi campionati a fermarsi definitivamente dopo Olanda e Belgio, ha inevitabilmente tracciato un solco: “Potremmo seguirli se diventasse linea europea”, continua il ministro, anche se per ora Inghilterra, Spagna e Germania non mollano. “Sono in corso i contatti tra il comitato tecnico scientifico e la Figc che ha presentato un protocollo. Proprio oggi – rivela Spadafora – ci sarà una serie di audizioni e a questo punto si capirà. Io ho sempre detto che la ripresa allenamenti non significa inizio campionato. Se non si vuole incertezza, significa intraprendere la stessa strada di Olanda e Francia”.
Spadafora: “Protocollo non idoneo”
Lasciando intendere che gli stessi club non siano coesi, lo stesso ministro dello Sport sostiene che alla fine potrebbero essere proprio le società a dire basta iniziando a pensare sin da subito al campionato 2020-2021. “Potrebbe essere la maggioranza dei presidenti delle società di Serie A a chiederci di sospendere e di concentrarci sul prossimo campionato. Io non cerco rischio zero, perché non possiamo cercarlo. Io ho solo chiesto che il protocollo proposto dalla Figc sia attuabile. Ad esempio: siamo così sicuri che la quantità di tamponi proposti sia davvero possibile farla? Il protocollo è applicabile anche per la Serie B e la Lega Pro che non hanno certe disponibilità economiche? Io sarei un folle a demonizzare il calcio perché l’anno prossimo non ci sarebbero risorse per finanziare lo sport. Ma io – insiste – non posso dire oggi se a metà giugno riprenderà il campionato. L’Inghilterra sta pensando a un piano b, ad esempio partite a trasmettere le gare in chiaro. Quando ci ho provato sappiamo cosa è successo… Oggi si pensa solo alla questione economica e a salvare certe società, ma se non ci sarà sicurezza il campionato dovrà fermarsi”.
In tutto ciò, la Juventus ha lasciato partire de Ligt, rientrato in Olanda dalla famiglia, ed ha Dybala ancora positivo dopo il quarto tampone. Dalle parti di Torino tacciono, ma l’impressione è che siano consapevoli che difficilmente si tornerà in campo per concludere il campionato.