Maurizio Sarri apre la conferenza stampa della vigilia di Juventus-Fiorentina tornando sulle polemiche scaturite dalle sue parole subito dopo la sconfitta di Napoli. «So poco delle polemiche – esordisce il tecnico bianconero – Credo sia stata strumentalizzata una frase banale: parlavo solo di affetto per un gruppo con cui ho lavorato per tre anni. Quel lavoro mi ha permesso di arrivare al top dei club italiani, la Juventus. C’è gratitudine per la scalata». Insomma, i tifosi juventini non devono prendersela se Sarri è ancora legato al Napoli e ad un gruppo di giocatori, piuttosto devono concentrarsi sui risultati. «Il tifoso juventino va conquistato con i risultati – ammette Sarri – e la rabbia per il brutto risultato e la brutta prestazione è comprensibile; il problema del calo di intensità sembrava superato, ma domenica si è visto che dobbiamo ancora lavorarci. Per cosa vorrei essere ricordato alla Juve? Per qualche vittoria anche se alla Juve non è facile neanche quello, è una società così abituata alla vittorie che è difficile anche essere ricordati per quello. Mi piacerebbe iniziare a vincere qualcosa di importante».
Rispetto allo scorso campionato, la Juventus ha otto punti in meno, mentre la seconda in classifica, l’Inter, ha gli stessi punti che aveva il Napoli di questi tempi l’anno passato. I dati sulla difesa sono i peggiori: 21 gol subiti in 21 partite di campionato, ma Sarri non è comunque preoccupato: «I numeri non sono preoccupanti – continua rispondendo alle domande dei giornalisti – perché il percorso è buono, in campionato, Champions e Coppa Italia. Detto questo, tutti abbiamo la sensazione di poter far meglio, specie nella continuità. I cali sono arrivati alla fine di mini cicli, a dicembre e gennaio». Tornando proprio sulla sconfitta del San Paolo, Sarri ribadisce che i suoi giocatori ci siano arrivati le giuste motivazioni: «Tatticamente la partita di Napoli non è un riferimento attendibile – insiste – dato che eravamo scarichi e senza energie mentali e nervose; in quei casi, la prestazione decade».
Domani contro la Fiorentina non sarà facile: da quando sulla panchina viola c’è Iachini, la squadra ha ritrovato voglia di combattere e in settimana forse non meritava di essere eliminata dalla Coppa Italia per mano dell’Inter. «La Fiorentina difende con una densità non comune, con un’applicazione non comune, soffoca tutti gli spazi agli avversari con questa fase difensiva bassa poi ha giocatori importanti sulle ripartenze, i risultati delle ultime partite lo stanno a dimostrare, dovremmo muovere la palla velocemente e dal punto di vista difensivo avere pazienza a non perdere le posizioni».
Quanto alla formazione, come sempre, Sarri non si sbilancia e fa anche il punto sugli infortunati. «Khedira? Mi sono perso qualcosa perché ha avuto 3-4 giorni di influenza e non era in campo. Non era ancora aggregato al gruppo, i tempi in questo momento non sono facilmente valutabili, non è un percorso lungo comunque. Pjanic gioca? Aveva solo una grossa contusione, ha approfittato per fare delle cure, da qualche giorno è aggregato alla squadra. Buffon titolare? Non so, so per certo che da qui alla fine ne giocherà più di una, stiamo giocando una volta alla settimana quindi c’è meno bisogno di rotazioni, Buffon entrerà normalmente nelle rotazioni. Centrocampo? Dipende che tipo di partita dobbiamo giocare, per alcune partite Matuidi è importante in altre possiamo giocare con Rabiot che sta crescendo. Douglas Costa dall’inizio domani? L’obiettivo è portarlo ad avere 1-2 mesi di salute, perché può spostare veramente gli equilibri. Stiamo cercando di farlo salire di condizione».
Infine, la chiusura sul mercato: Emre Can è andato via perché ha avuto difficoltà d’inserimento negli schemi. La rosa secondo Sarri è comunque all’altezza per competere su tre fronti: «Emre Can via? Sono situazioni normali, sono arrivato in un gruppo di 27 giocatori senza chiedere niente. Se su 27 giocatori ce ne sono 1-2 che hanno difficoltà di inserimento – evidenzia – mi sembra la cosa più normale del mondo. Mi sembrano delle conseguenze naturali. In un altro modo di giocare può essere un calciatore basilare. Mercato in entrata? Non ho chiesto niente, la rosa è forte, sono io a dovermi adattare alle caratteristica di questa rosa che è forte, sarebbe presuntuoso pensare di cambiare la rosa a questi livelli, visto che questa rosa è forte devo essere io ad adattarmi alle caratteristiche dei giocatori e farli rendere al meglio».