Nel corso della conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Udinese, Maurizio Sarri ha confermato che Federico Bernardeschi sia pronto per giocare da mezzala. Un altro segnale importante per Emre Can, sempre più tagliato fuori dal progetto bianconero e indiziato di rimanere fuori dalla lista Uefa anche nella seconda parte di stagione. Nei giorni scorsi, infatti, Sarri aveva ribadito che di centrocampista con le qualità di Khedira la rosa della Juve non ne ha altri e che quindi dal momento del suo rientro (10-15 febbraio, ben prima del ritorno della Champions) non se ne sarebbe privato.
Ieri è invece arrivata la conferma che l’ex Liverpool, già ultima scelta a centrocampo, sia stato superato anche da Bernardeschi, che fin qui ha giocato da attaccante o trequartista. “Federico è molto contento di provare da mezzala, ha le caratteristiche fisiche per farlo, deve solo entrare tatticamente nel ruolo. Lo sta provando con il giusto entusiasmo. Abbiamo tanti sinistri a centrocampo, qualcuno si dovrà adattare a destra. Rabiot lo sta facendo molto bene – ha aggiunto – , sta crescendo in condizione e interpretazione del ruolo, in aggressività, in ritmo, intensità. Dopo un avvio sofferto questo è l’importante”.
Insomma, qualche mancino dovrà ad adattarsi a mezzala destra perché Emre Can non viene preso nemmeno in considerazione pur essendo il suo ruolo naturale. Il tedesco è praticamente chiuso in ogni possibile soluzione, anche quella di difensore centrale, perché come ha sottolineato Sarri in nazionale può farlo poiché giocano a tre, a quattro avrebbe difficoltà. Dopo essere arrivato a Torino al termine di un lungo braccio di ferro con la concorrenza, Emre Can quest’anno è diventato un peso per la Juventus: ingombrante e inutilizzabile a livello tattico, oneroso dal punto di vista dello stipendio (6 milioni più bonus). L’ennesima umiliazione l’ex Liverpool l’ha subita all’Olimpico, quando Matuidi stava per uscire per infortunio e l’unica mezzala in panchina era proprio lui, ma Sarri stava per far entrare proprio Bernardeschi. A questo punto la domanda che sorge spontanea è la stessa che ci si è fatti l’estate scorsa: perché non è stato ceduto se fuori dal progetto dell’allenatore?