Sandulli: “Non si possono fare titoloni su squadre quotate in borsa senza prove”. Avanti un altro
La giustizia ordinaria ha i suoi tempi, quella sportiva ne ha altri. E questo lo abbiamo capito tutti. “I campionati devono partire regolarmente, quindi entro agosto dobbiamo avere le idee sufficientemente chiare”, spiega Piero Sandulli, che come cinque anni fa anche questa estate dovrà scrivere una verità con annessi provvedimenti su uno scandalo del calcio italiano. Nel 2006 da presidente della corte di giustizia federale giudicò su Calciopoli, ora da membro delle sezioni unite potrebbe affrontare il caso delle scommesse su partite truccate emerse dall’inchiesta della Procura di Cremona. A diffrenza di 5 anni fa, però, Sandulli fa il garantista (facendo eco ad Abete). Sentitelo: “È una vicenda tutta da definire – dichiara all’Ansa – Bisogna epurare dai fatti il millantato credito che spesso ricorre in queste situazioni. E’ opportuno tenere per sè le sensazioni se non supportate da atti giudiziari, anche perchè ci sono società quotate in borsa e perchè si rischia di demonizzare chi non c’entra nulla: di mezzo ci sono diritti e interessi economici da tutelare”. Capito comuni mortali? Ci sono nomi altisonanti in gioco, società quotate in borsa, bisogna andarci piano, non si può ledere così la reputazione di aziende di un certo calibro.\r\nChi ha un po’ di memoria, però, ricorda che Sandulli, colui il quale condannò la Juventus alla serie B con penalizzazione puntualizzando “che non c’erano partite truccate, ma nonostante ciò si era alterato un campionato” (come ciò sia possibile nessuno al mondo ce lo ha ancora spiegato), non fu così garantista nei confronti della Juventus e di Moggi. Eppure anche lì c’erano solo sensazioni e non prove. E per di più la società Juventus era quotata in borsa. Già, ma c’è borsa e borsa!