Quell’insensata voglia di… tridente

Per quanto visto a Leverkusen il tridente per la Juventus non è solo un desiderio, ma una necessità, anche a costo di rischiare qualche tonfo

Quell’insensata voglia di equilibrio diceva la canzone. Equilibrio sul tavolo del quale Allegri ha sacrificato molto fantomatico ”bel gioco” per far giocare Mandzukic e Sarri sta facendo altrettanto per far giocare Bernardeschi. I due sarebbero e sono gli equilibratori. Parliamoci chiaro, del bel gioco fine a se stesso frega abbastanza poco a tutti anche ai così detti ”belgiochisti”. Il bel gioco ha senso quando serve ad arrivare al risultato. Il bel gioco ha senso quando facilita il conseguimento del risultato vittorioso. In questo senso la strada da percorrere è quella giusta.

Con il Leverkusen, aldilà della partita semiamichevole, si sono avute un paio di conferme. Una che Demiral è un giocatore da non vendere neanche sotto tortura perché è pronto e l’altra che il tridente è tutt’altro che mera utopia. La partita con Dybala dentro, Higuain e Ronaldo contemporaneamente ha avuto una svolta. Credo che anche questa sia una strada da intraprendere con coraggio. Dybala Ronaldo e Higuain sono certamente intercambiabili, perché l’ultimo è capace di venire fuori area a dialogare con gli altri e i primi due sanno all’occorrenza fare la prima punta, anche senza esser dei centravanti veri. Ronaldo poi in area sarebbe devastante ancora per molti anni perché se l’età anagrafica non è dalla sua parte quella di pensiero dice che lui è ancora più brillante di molti difensori. Ancora può arrivare primo su molti palloni e non è un caso che gli ultimi due gol con Lazio e Leverkusen è entrato in porta con la palla. Fra l’altro questi gol stile calcetto, sarebbero la quintessenza del tiki taka tanto caro a Sarri.

Il nuovo tridente come Vialli-Ravanelli-Del Piero?

Il Barcellona da molti anni gioca con tre punte ed è arrivata a schierare Neymar con Suarez e Messi, ma in passato ha giocato sempre con tre punte. La prima Juve di Lippi giocò con tre punte: Vialli Ravanelli e Del Piero, quindi è davvero un peccato dover rinunciare a una freccia del nostro arco per questioni di equilibrio. Fra l’altro, schierando le tre punte si può e si deve irrobustire il centrocampo schierando giocatori dinamici e di forza, quindi a maggior ragione troverebbero collocazione Matuidi e Bentancur affianco di Pjanic. Visto che non abbiamo i centrocampisti tecnici inutile inventarli almeno finché non saranno a pieno regime Ramsey e Rabiot.

Il tridente deresponsabilizzerebbe anche Bernardeschi che finirebbe di fare l’uomo della provvidenza che non è e potrebbe giocarsi un ruolo importante da alternativa come a suo tempo se la giocava e bene Michele Padovano. Avremmo in questo ruolo di quarto incomodo anche Mario Mandzukic se solo lo accettasse, ma è un ruolo per cui si può andare a prendere un giocatore di esperienza e produttività senza svenarsi più di tanto. Un Inglese, un Pavoletti. Uno che fa la panchina senza tante storie e che quando entra vede la porta. Ripeto, Michele Padovano era l’incarnazione perfetta di questo ruolo da quarto in un tridente e ci ha dato enormi soddisfazioni. Senza contare che, se Dio vuole, recuperiamo prima o dopo sempre un Douglas Costa che è già in rosa e che, a partita in corso, sarebbe sempre devastante.

Il tridente a questo punto non è solo un desiderio, ma è una necessità. Certo si corre il rischio. La Juventus di Lippi non tutti gli anni portava a casa lo scudetto e a volte era protagonista di alcuni tonfi pesanti (nell’anno della Champions ricordo un 4-0 proprio subito a Roma con la Lazio), tuttavia quella Juve vinse molto anche in Europa e soprattutto era vincente e bella. In un epoca dove ancora non c’erano le contrapposizioni fra ”risultatisti” e ”belgiochisti” e se c’erano erano confinate nei bar.