Andrea Pirlo è sempre contenuto nelle espressioni, ma al termine di Juventus-Napoli, che gli ha consegnato la Supercoppa Italiana, il tecnico bianconero non ha problemi ad ammettere che vincere da allenatore sia più bello. “È una grande gioia alzare il primo trofeo da allenatore. Qualcosa di diverso. Ancora più bello che da giocatore, hai il comando di una squadra così importante, una società storica. Ancora più bello”. Come spesso accade per le finali, non è stata una gara spettacolare, ma molto tattica: “È difficile vedere delle finali con le squadre che giocano bene – ammette il ‘Maestro’ – Era importante vincere, dovevamo mostrare il nostro orgoglio. Se vai in campo con questa determinazione, ti può andare bene”.
Rispetto alla sconfitta rimediata contro l’Inter, c’è stata un’inversione di rotta in termini di atteggiamento. “Volevamo dimostrare di non essere quelli dell’altra sera. Ci voleva questa partita, questo sacrificio. Se entri con queste cose – prosegue Pirlo – è più facile portarla casa. Stiamo provando a portare avanti questo calcio. Purtroppo di domenica in domenica qualche giocatore viene a mancare per infortunio o pandemia. Ma il gruppo mi segue, stasera ha dato dimostrazione di attaccamento alla maglia. Dopo l’altra sera non ci meritavamo tutte queste critiche”.
Tra i singoli, una menzione particolare la meritano Cuadrado, reduce da due settimane di Covid e Arthur, che ha dato qualità alla mediana. “Juan? Fortunatamente è stato asintomatico per questi 15 giorni, ha avuto il tempo di lavorare a casa. Pensavamo durasse di meno e invece è durato fino al 95′. C’è da fargli i complimenti, non è da tutti allenarsi da soli e poi giocare una finale. Arthur ha giocato quando è stato bene. Purtroppo ha avuto un inizio così, aveva inattività dal Barcellona. Col covid non si era più allenato con loro. Quando ha iniziato a giocare ha avuto una botta tremenda con l’Atalanta, è stato fuori. Ora è tornato, ha fatto due partite da 120. L’altra sera non era disponibile, stasera ha giocato più decentrato per dare spazio a Bentancur. Ci dà qualità – sottolinea Pirlo – possesso. Ce lo teniamo stretto”.
Infine, una battuta sulle critiche ricevute nei giorni successivi al derby d’Italia. “Fa parte del gioco, più facile portarti su e poi lasciarti giù. Sono abituato. Ho avuto una carriera lunga, alti e bassi, e non mi tocca. Lavoro tutti i giorni, so di avere un gruppo forte. Do fastidio a qualcuno? Quando parti dal niente e sei alla Juventus, le critiche fanno parte del gioco. Io penso solo ad allenare. Maestro? Devo ancora iniziare, tra un po’ di anni potremo dirlo. Poi i risultati parleranno per me”, conclude Pirlo.