Editoriali

Pecoraro: quella su Pjanic è l’ultima perla di inadeguatezza

A due anni di distanza dalle dimissioni da Procuratore Federale, Pecoraro conferma di non conoscere le norme di diritto sportivo

L’ex Procuratore Federale, Giuseppe Pecoraro, è tornato oggi ad essere il paladino degli antijuventini. L’ex Prefetto di Roma, che ai tempi del suo incarico in federazione ha ammesso pubblicamente di “auspicare la vittoria dello scudetto da parte del Napoli“, ammettendo si parlare ovviamente da tifoso, ha rilasciato oggi un’intervista al quotidiano Il Mattino. Pecoraro racconta sostanzialmente come è arrivato l’addio alla Procura Federale, parlando di tensioni prima di tutto con il mondo arbitrale: “È stata la direzione di Orsato di Inter-Juventus – argomenta – che mi ha portato ad avere delle tensioni con il mondo arbitrale. Avevo avuto esposti, sottoscritti, di associazioni, tifosi, organizzazioni sul suo operato e per non sbagliare chiesi ai miei vice se era il caso di aprire o no un procedimento. Io non credo che avremmo trovato prove di malafede – prosegue – e chiesi all’Aia prima e poi alla Lega, ai soli fini conoscitivi, i dialoghi audio-video tra Var e arbitro di quella partita. Ce li diedero solo a inizio campionato successivo. Apriamo il file e l’unico episodio in cui non c’è audio registrato era l’unico che ci importava: quello tra Orsato e il Var che aveva portato alla mancata espulsione di Pjanic. Motivo? Mi dissero che non c’era e basta”.

Uno scoop che, mentre alcuni giornali cavalcano sui social scatenando orde di antijuventini che non aspettavano altro per gridare al solito complotto, è stato smontato in un nanosecondo perfino dal giornalista tifoso azzurro Raffaele Auriemma. L’audio di Orsato e il Var non c’era e basta, semplicemente perché non poteva esserci, non potendo intervenire l’assistente video sulle ammonizioni (in questo caso doppia ammonizione), bensì solo sulle espulsioni dirette. L’uscita, purtroppo, conferma ove ce ne fosse bisogno, quanto il procuratore Pecoraro sia stato inadeguato nel suo ruolo alla Procura Federale. Nessuno mette bocca sui suoi predenti incarichi, non ne abbiamo le competenze, ma nel calcio ha toppato e conferma oggi di non averci mai capito tanto di regolamenti.

Pecorar: quanti scivoloni in Procura Federale

Durante il suo “regno” alla Procura Federale, infatti, Pecoraro si è distinto più volte per aver richiesto al giudice sportivo la prova televisiva in diverse occasioni contro la Juventus, basti pensare allo sputo di Douglas Costa a Di Francesco, per sentirsi semplicemente rispondere che non era applicabile ai casi specifici. Non sarebbe stato meglio se si fosse andato a leggere le normative federali? L’apice, ovviamente, si è toccato con il cosiddetto caso biglietti, quando nel suo accanimento contro la Juventus, parte lesa nel processo penale, l’ex procuratore è arrivato persino ad attribuire al presidente Andrea Agnelli frasi contenute in una fantomatica intercettazione, salvo poi fare retromarcia in Commissione Antimafia. La parentesi di Pecoraro alla Procura Federale si è conclusa da tempo e, spiace dirlo, non è stata una parentesi nei fatti positiva.

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Pubblicato da
Mirko Nicolino - @mirkonicolino