Spesso e volentieri, la Coppa Italia è una competizione (ingiustamente) snobbata soprattutto dai grandi club, manco fosse un incontro amichevole fra scapoli e ammogliati, ma in questo caso non sarà così per Napoli e Juventus, che Mercoledì 17 alle 21:00 disputeranno la finale all’Olimpico di Roma. I partenopei arriveranno all’ultimo atto della coppa nazionale dopo aver eliminato l’Inter nel doppio confronto: 0-1 all’andata a San Siro (gol di Fabián Ruiz) e 1-1 al San Paolo (reti di Eriksen e Mertens). Gli Azzurri hanno improntato una gara piuttosto difensivista, con il baricentro molto basso e con una squadra arroccata dietro la linea della palla, riuscendo comunque a raggiungere il traguardo della qualificazione.
La Juve, invece, giungerà a Roma dopo lo 0-0 dell’Allianz Stadium contro il Milan (1-1 al Meazza). Buonissima la prestazione della Vecchia Signora nei primi quarantacinque minuti di partita, padrona indiscussa del campo e brillante sotto l’aspetto della qualità del gioco. Nella ripresa, invece, complice (anche) un vistoso e inevitabile calo fisico, Madama non si è resa protagonista di una seconda parte all’altezza della prima. Però, al netto di tutto, i bianconeri hanno pienamente meritato di approdare in finale. Rino Gattuso non potrà contare sull’apporto di Ospina e Lobotka e sembrerebbe intenzionato a disegnare un 4-3-3 composto da: Meret; Di Lorenzo, Maksimović (Manōlas), Koulibaly, Mario Rui (Hysaj); Fabián Ruiz (Elmas), Demme (Allan), Zieliński; Callejόn (Politano), Mertens, Insigne. Depauperato dall’indisponibilità di Demiral, Chiellini, Higuaín e alla prese con il forte dubbio legato a Ramsey, Sarri dovrebbe schierare un 4-3-3 formato da: Buffon; Danilo, de Ligt, Bonucci, Alex Sandro; Khedira, Bentancur, Matuidi; Cuadrado (Douglas Costa), Dybala, Ronaldo.
Con l’arrivo in panchina di Gattuso, il Napoli predilige avviare l’azione dal basso. Spesso si appoggia sui due esterni bassi o in alternativa sul vertice basso della linea mediana oppure sulle due mezze ali. Altra caratteristica ben definita della squadra di Gennaro Gattuso è la ricerca dell’ampiezza, sfruttata di frequente per dar vita a scambi stretti appunto sulle corsie laterali. Per ciò che concerne la fase di non possesso, il pressing alto non è una reale prerogativa dell’undici di Ringhio, bensì un atteggiamento alternato a un abbassamento del baricentro per creare densità in mezzo al campo. Nelle transizioni positive il diktat è l’attacco della profondità attraverso repentine verticalizzazioni. Nelle negative, generalmente, la consegna è quella della (ri)aggressione immediata per cercare di soffocare sul nascere le ripartenze avversarie.
La Juventus, senza ostinarsi nel tessere il gioco solo ed esclusivamente per vie centrali, dovrà provare ad architettare una manovra avvolgente, possibilmente con continui cambi di fronte per tentare di sorprendere la retroguardia partenopea. Mentre in fase di non possesso sarà importantissimo aggredire il primo portatore di palla per complicare la costruzione da dietro al Napoli e presidiare molto attentamente le fasce, zona di campo frequentatissima dagli uomini di Gattuso. Questa finale di Coppa Italia rappresenta una ghiotta occasione innanzitutto per Mister Filtro di alzare al cielo il suo primo trofeo italiano da professionista, visto e considerato che in trent’anni di carriera da allenatore il suo miserrimo palmarès recita così: Campionato di Eccellenza (2000-2001) con il Sansovino, Coppa Italia di Serie D (2002-2003) sempre con il Sansovino ed Europa League (2018-2019) alla guida del Chelsea. Anche perché l’opportunità di vincere la Supercoppa Italiana è stata malamente gettata alle ortiche il 22 dicembre 2019 in Arabia Saudita contro la Lazio, nel match perso 3-1 dalla Juve. Dunque, il nicotinomane incallito, fino ad oggi tutto fumo (nel senso letterale del termine) e niente arrosto, potrebbe dimostrare di essere meno fumo (non riferito all’incalcolabile numero di sigarette fumate che tante volte gli annebbiano il cervello) e un po’ più arrosto. Ma occhio al club del “cinepanettoniere” De Laurentiis, sempre più cintura nera di dichiarazioni penose, perché al Napoli non servirà ‘O miracolo ‘e San Gennaro per mettere in difficoltà la Juventus, visto che la formazione partenopea dispone di ottime individualità in grado di impensierire (e non poco) la difesa bianconera. Questa Juve, però, è nettamente superiore agli Azzurri in tutti i reparti, non solo sulla carta. E l’augurio è che la manifesta superiorità bianconera, proprio dalla carta, passi sul manto erboso dell’Olimpico di Roma.