Blaise Matuidi ha lasciato la Juventus per trasferirsi in Major League Soccer all’Inter Miami di Beckham. Nessun rimpianto da parte del campione del mondo, che a 33 anni ha preso una decisione che non ha nulla a che vedere con l’aspetto economico, dice. “Essere stato uno dei primi giocatori ad essere positivo al Covid-19 mi ha fatto riflettere – dichiara all’Equipe – Il legame con la mia famiglia, dopo due mesi chiuso in casa con loro, si è rafforzato come non mai durante la mia carriera e, nonostante stessero bene in Italia, mi sono detto: cosa è meglio per loro? Forse era il momento di cambiare direzione”.
I primi approcci con gli americani c’erano stati già nella sessione di gennaio del calciomercato, il trasferimento si è concretizzato solo in estate. “A gennaio mi aveva contattato l’Inter Miami – continua il racconto di Matuidi – ma io ero convinto di continuare alla Juve. Poi a fine giugno si sono rifatti vivi e allora a luglio mi sono incontrato con la dirigenza juventina e gli ho chiesto di risolvere il mio ultimo anno di contratto. Non ho parlato con Pirlo, per quel che ne so a quei tempi non c’era in ballo un cambio allenatore”.
La stagione della Juventus, nonostante lo scudetto, è stata fallimentare, ma Matuidi conseva un buon ricordo di mister Sarri. “Mai avuto problemi con lui, è uno che lavora molto sulla tattica. Penso sia una persona molto timida, non va necessariamente incontro agli altri. Ma durante la mia positività – ricorda – mi ha colpito: mi ha chiamato tutti i giorni per sapere come stavo, ho scoperto l’uomo”. Infine, una battuta sui tanti campioni con cui ha giocato, uno su tutti… “Ho giocato con Neymar, Mbappé, Griezmann e Ibrahimovic ma il più grande di tutti è Cristiano Ronaldo, mai visto uno lavorare così, con lo spirito di voler essere sempre il più grande”, sottolinea.