Le indagini legate alla manovra stipendi stanno per concludersi. La proroga richiesta dal procuratore Chinè si è esaurita e a breve verrà chiuso il fascicolo. Si attendono quindi le richieste dell’accusa, con il processo sportivo che comincerà prima della fine del campionato.
Le prossime settimane saranno molto importanti per il futuro della Juve. Sul campo la squadra è attesa dal rush finale di stagione, con ancora tutti gli obiettivi a portata fra campionato, Europa League e Coppa Italia. Sul fronte giudiziario invece si attende l’esito del ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI il prossimo 19 aprile per il caso plusvalenze, mentre si stanno per concludere le indagini relative al filone della manovra stipendi. Anche la seconda proroga chiesta da Giuseppe Chinè è giunta al termine e il procuratore è chiamato a chiudere il fascicolo e formulare le proprie accuse.
Entro giovedì, come riporta Tuttosport, il procuratore Chinè è chiamato a chiudere il fascicolo sul caso e avanzare quindi le proprie ipotesi di reato. A questo punto per la Juve si aprono due ipotesi. Una porta al patteggiamento immediato che comporterebbe al club lo sconto di metà della pena richiesta. L’altra invece porta al processo, che dovrebbe cominciare entro metà maggio. I bianconeri potrebbero poi decidere di patteggiare in un secondo momento – dopo il deferimento – e ottenere uno sconto di un terzo della pena, oppure procedere e cercare di dimostrare la propria innocenza in tribunale.
Sulle possibili conseguenze ha parlato l’avvocato Antonio Maria Borriello negli studi di Sportitalia. E ha prefigurato questo scenario: “la sentenza potrebbe arrivare a metà maggio, se venissero rispettate tutte le scansioni temporali, portando nuova incertezza su questo campionato e sul prossimo. Perché, se non c’è afflittività in questo campionato, potrebbe essere inflitta una penalizzazione per la stagione successiva“.