Khedira: “Ogni anno in discussione, poi gioco sempre”

Sami Khedira rivela a Kicker di aver subito avuto un feeling particolare con mister Sarri e che la Juventus non ha mai pensato di cederlo

Sami Khedira si appresta ad iniziare la sua quinta stagione alla Juventus e ancora una volta da titolare. A molti tifosi non piace e nel recente passato hanno insultato pesantemente Allegri per l’impiego costante del centrocampista tedesco. Erano in tanti ad essere sicuri che, cambiato l’allenatore, con l’arrivo di Sarri, Khedira sarebbe stato ceduto o comunque avrebbe avuto la vita molto più difficile di prima. Invece, anche per il nuovo allenatore della Juve è un titolare inamovibile. Da quando ha superato definitivamente i problemi al ginocchio e si è aggregato ad i compagni Sarri lo ha inserito stabilmente tra i titolari.

Anche l’ex tecnico di Napoli e Chelsea, dunque, è rimasto impressionato dalle qualità di quello che Allegri definiva un “professore”. Il diretto interessato, parlando oggi a Kicker, ha dichiarato di non essere mai stato sul mercato, se non per i giornalisti. “Mai avuto trattative con altre squadre, zero virgola zero. So che siamo in tanti – spiega  il centrocampista tedesco – e che la Juve deve vendere. Khedira a 32 anni e con sole 17 partite nella scorsa stagione è sempre in discussione. Anche negli ultimi 10 anni è sempre stato così ma alla fine ho sempre giocato. E con la Juve è stato chiaro dall’inizio della preparazione che non sarei partito e non volevo partire. Mi ha colpito molto l’aver sentito che sarei rimasto solo per i soldi perché poi i tifosi ci credono. Io non ho mai giocato per i soldi ma per vincere titoli. Voglio coronare il sogno di prendere la Champions con la Juve perché amo il club, la squadra è la città”.

Khedira: “Ero sicuro di convincere Sarri”

Insomma, nessuno problema con i nuovi metodi e la nuova filosofia di gioco di mister Sarri. Khedira si è subito adattato ed ha impiegato pochissimo a scalare le gerarchie, tanto che oggi a rischiare la cessione sarebbe il suo connazionale Emre Can. “Ho un buon rapporto con Sarri ed ero sicuro di convincerlo con le mie qualità. Seguivo come giocava a Napoli e Chelsea: gioca un calcio diverso, pressing, intensità, passione e intelligenza. Tutte qualità che mi vanno a genio. Io il suo preferito? Avrei dovuto esserlo di tutti quelli che mi hanno fatto giocare: Mourinho, Ancelotti, Allegri, Löw e adesso Sarri. Tutti allenatori diversi fra di loro – insiste – ma che hanno apprezzato le mie prestazioni”.

Insomma, è cambiato tanto, ma per Khedira non è cambiato niente. “Sarri vuole un calcio totalmente diverso da quello di Allegri, per questo abbiamo avuto difficoltà e ci serve del tempo per adattarsi al nuovo sistema e trovare gli automatismi, ma è normale. Le mie condizioni? Il ginocchio va bene, mi sento completamente in forma, ho fiducia nel mio fisico. L’ultima è stata la peggior stagione della mia carriera? È stato un anno sfortunato, poco felice, con molti infortuni, il ginocchio, l’operazione al cuore. Ero entrato in una spirale negativa. Ho messo tutto in dubbio: ho ancora gli stimoli dentro? Ho ancora le condizioni fisiche adatte? Ho risposto con un sì. Se giochi nella Juve che vuol sempre vincere la Champions – evidenzia – devi migliorare anno dopo anno. E io voglio sempre stare tra gli 11 titolari”.

Questa Juve ha due squadre

Quanto alla rosa bianconera, il numero 6 della Juventus non ha dubbi: c’è una squadra stratosferica, le sfide in famiglia sono già partite di altissimo livello. “Abbiamo qualità e quantità estreme, pazzesche. Mai viste. In allenamento le partite 11 contro 11 potrebbero essere sfide di Champions. In Europa ci sono i 5-6 squadre allo stesso livello. Non decide solo la qualità ma mentalità, armonia nello spogliatoio, funzionamento del gruppo. Scudetto? Sarà una lotta più avvincente rispetto allo scorso campionato. L’Inter si è rinforzata e ha preso un allenatore molto bravo come Antonio Conte, il Napoli va sempre considerato. Dobbiamo iniziare il campionato concentrati e da quello prendere la fiducia per l’Europa. Non dobbiamo nasconderci, non saremmo credibili: non si compra Ronaldo o de Ligt per uscire nei quarti o in semifinale. La società – conclude – ha l’obiettivo di vincere la coppa, anche se sarebbe fatale pensare solo a quel trofeo”.