L’inchiesta sui conti della Juve si allarga. La Procura di Torino ha inviato gli atti delle indagini ad altre sei Procure italiane che procederanno ad ulteriori investigazioni sugli altri sei club coinvolti.
Dopo la vittoria in casa del Nantes, la Juve si rituffa in campionato concentrandosi sul derby contro il Torino di martedì prossimo. Mantenere la testa sul campo però è complicato, perché sul fronte giudiziario arrivano novità. Nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui conti della Juve, la Procura di Torino ha coinvolto altre sei Procure in giro per l’Italia, una per ogni club che fa parte delle indagini. Un atto dovuto in realtà, visto che ovviamente i bianconeri non potevano fare le operazioni da soli. Supplemento di indagini sulle altre squadre, prima del processo che comincerà il 27 marzo.
La Procura di Torino ha coinvolto altre sei Procure dunque, ognuna per ogni club inserito all’interno dell’inchiesta Prisma. Le altre sei società sono Atalanta, Sassuolo, Cagliari, Bologna, Udinese e Sampdoria e secondo l’accusa avrebbero stipulato patti segreti con cifre poi non inserite in bilancio in un giro di riscatti e controriscatti. Con la Dea sono finiti nel mirino gli acquisti di Mattiello, Muratore, Caldara e Romero per un totale di 14 milioni non riportati. Con i neroverdi gli acquisti di Demiral e Traorè – quest’ultimo mai arrivato alla Juve – per circa 13 milioni totali.
Per il Cagliari si parla dell’arrivo di Cerri in Sardegna: nell’ambito dell’operazione la Juve si impegna a controriscattare il calciatore e dunque secondo gli inquirenti gli 8 milioni di plusvalenza non sarebbero dovuti essere registrati a bilancio. Con la Samp nel mirino ci sono gli acquisti di Audero, Mulè e Peeters, con l’Udinese l’operazione Mandragora e con il Bologna l’arrivo in rossoblù di Orsolini. Secondo la Procura questi accordi sarebbero stati tutti segreti e definiti medianti mail chiamate “side letters”. In questo modo la Juve avrebbe fatto quadrare i bilanci con “alchimie contabili” come vengono definite dal Corriere.