Guai per Eto’o: non paga gli alimenti alla figlia

Anna Barranca non si arrende. La donna, originaria di Iglesias, che ha avuto una bambina dall’attaccante dell’Inter Samuel Eto’o quando questi giocava nel Maiorca, dopo il tentativo fallito di far pervenire al calciatore, tramite Striscia la Notizia, un videomessaggio da parte della figlia Annie, ora ha annunciato di aver adito le vie legali. Chiede il pignoramento dello stipendio del calciatore, che in questi ultimi anni ha accumulato arretrati nel pagamento degli alimenti per la figlia per circa 13.000 euro.\r\nI due si erano conosciuti a Palma di Maiorca, dove la ragazza sarda lavorava come Pr per una discoteca. Da quella relazione è nata Annie, che ora ha 7 anni e vive con la madre in Sardegna e che ha sempre manifestato di voler conoscere il padre, mai incontrato. È stata una sentenza del 2004 della giustizia spagnola a riconosce la paternità dell’attaccante ora all’Inter. Ogni tentativo di incontro – denuncia Anna Barranca – è stato vano, sia in Spagna che in Italia. La bambina, che ha in camera il poster del padre, sperava di poterlo vedere almeno adesso che gioca a Milano, ma così non è stato per il rifiuto di Eto’o, anche in occasione della trasferta dell’Inter a Cagliari il 20 settembre scorso.\r\nL’ultimo tentativo la settimana scorsa tramite Striscia la Notizia. «Ma la bambina non ha visto il video del papà che scappava – ha detto la mamma – le è stato spiegato che siccome lui ancora non capisce l’italiano, non ha inteso le parole del giornalista». E adesso Anna Barranca denuncia che, nonostante le promesse, i legali dell’attaccante dell’Inter non hanno ancora versato gli interessi degli alimenti, stabiliti anni fa dai giudici spagnoli in 3.000 euro mensili. «Mi avevano assicurato che quei soldi sarebbero arrivati prima di Natale – ha detto – e che avrei potuto trascorrere un Natale sereno con la mia bambina, alla quale avevo promesso un viaggio a Disneyland. Invece quei soldi non sono mai arrivati e il mio avvocato ha presentato un’istanza di pignoramento. Soldi che per Eto’o sono un’inezia, ma per noi sono vitali. Lui è ambasciatore dell’Unicef, pubblicizza tutte le sue opere di beneficenza, ma non si degna di dare quello che deve a sua figlia».\r\n(Credits: La Stampa)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni