Il gol di Higuain provato in allenamento? Quel video non dimostra niente
Il gol di Higuain contro l’Inter frutto di un’azione imparata a memoria in allenamento? E’ un’affermazione che non significa il resto di nulla
Da domenica sera non si parla d’altro che del numero di passaggi che hanno portato al gol di Higuain in Inter-Juventus. Da un paio di giorni, però, alla discussione si è aggiunto il video dell’allenamento dei bianconeri che proverebbe come l’azione riuscita a San Siro sia stata esattamente imparata a memoria sotto dettatura di mister Maurizio Sarri. Si tratta di una castroneria immane, senza se e senza ma. Già il numero di passaggi (24) sbandierato come prova provata del cambio di mentalità della Juventus è una bufala pazzesca.
A questo punto è importante una precisazione, onde evitare equivoci: il cambio di mentalità voluto da Sarri c’è ed è evidente (difesa più alta, tendenza a difendersi correndo in avanti anziché indietro etc.), ma non sono queste le prove che state cercando. Durante la gestione Allegri, ad esempio, la Juventus è andata diverse volte in gol al termine di una lunga azione manovrata. Basti pensare, ad esempio, ad il gol di Morata contro il Barcellona nella finale persa a Berlino (27 passaggi di fila), oppure alla rete di Emre Can contro il Chievo lo scorso anno (ben 28 passaggi di fila). Durante la gestione di Antonio Conte, invece, la sua prima Juve arrivò a 26 passaggi prima contro la Roma allo Stadium. Il numero di passaggi in sé non è prova di spettacolo o di “mentalità”.
Prove tecniche per il gol di #Higuain in #InterJuve
📐 + ⚽️ = 🔥pic.twitter.com/DKyYHsRdsI— Calciomercato Juventus (@CMJuve18) October 8, 2019
Il video dell’allenamento che non prova nulla
Così come non prova assolutamente nulla il video dell’allenamento che sta spopolando in queste ore. Nelle immagini si vedono i bianconeri disposti a rombo che a centrocampo si passano la palla di prima con triangolazioni precise, prima di lanciare uno dei due attaccanti posizionati nei pressi dell’area. Come insegnano tutti i tecnici di Coverciano (è solo un caso che lo abbiano ripetuto più volte anche Allegri e Sarri), in allenamento si lavora per moduli e per concetti, ma poi in partita è indispensabile la tecnica e l’inventiva dei calciatori, soprattutto negli ultimi 30 metri (mister Maurizio dixit in estate).
29 passaggi
10 uomini impiegati
Assist di Paulino
Gol di Emre CanEra già andato negli spogliatoi e i ragazzi si sono ammutinati…#Allegrismo pic.twitter.com/hvjv2TuZCK
— Sarrismo, Vittoria e Restaurazione (@KomandanteSarri) January 21, 2019
Solo un folle può pensare che un’azione imparata a memoria in allenamento possa essere replicata in partita. Come si vede dallo stesso video dell’ormai celeberrimo allenamento, ad esempio, i calciatori della Juventus non sono pressati da alcuno durante il loro giro palla e gli attaccanti non hanno alcuna opposizione prima della conclusione. In quella specifica esercitazione a tema, Sarri ha dunque allenato il possesso e la circolazione palla di prima intenzione, oltre che l’imbucata filtrante in zona centrale. Si tratta di concetti, che poi devono essere applicati in campo in mezzo a tantissime variabili, la prima delle quali è rappresentata dalla tecnica di chi esegue. Se tutti non eseguono il gesto alla perfezione, la catena si interrompe e viene tutto vanificato. Allo stesso modo, ci sono da tenere in conto i movimenti degli avversari, che non sempre si comportano come ci si aspetterebbe.
Insomma, dire che il gol di Higuain contro l’Inter sia stata la replica di un’azione memorizzata in allenamento equivale a dire un’inesattezza senza se e senza ma. Sottolineare, invece, che la Juventus di Sarri stia applicando concetti diversi rispetto a quelli della precedente gestione e che ora è magari più probabile l’imbucata centrale egli ultimi 30 metri piuttosto che la ricerca degli esterni verso il fondo è invece un dato di fatto. Lo ha confermato lo stesso Pjanic evidenziando come Allegri lo invitasse, appena presa palla, di guardare verso le fasce, mentre Sarri gli chiede di guardare di più davanti a sé. C’è un evidente cambio di rotta, ma a forza di cercare fantasmi si rischia di cadere nel ridicolo.