Beppe Marotta ha annunciato l’addio alla Juventus dopo otto anni e i tifosi si stanno interrogando sui motivi di un divorzio che ai più è parso un fulmine a ciel sereno. In realtà non è così, poiché dalle parti di Torino non fanno mai scelte in poche ore, ma calcolano tutto fin nei minimi dettagli. La decisione non ha nulla a che vedere con la proprietà, quindi John Elkann, ma è stata presa in prima persona dal presidente Andrea Agnelli, che al di là di probabili screzi recenti ha in mente un altro futuro per la Juve. Non è un caso, infatti, che oltre all’ad dell’area sport Marotta sarà dato il benservito anche all’ad dell’area finanziaria Mazzia.
Dopo otto anni, dunque, la Juventus ha deciso di rinnovarsi e il nuovo establishment societario avrà con ogni probabilità un incarico valido fino al 2024 quando cambierà il calendario della Fifa e della Champions League. Ancora non è chiaro come saranno ripartite le nuove deleghe, ma almeno inizialmente è assai probabile che Agnelli accorperà alla sua carica di presidente quelle di Marotta. Nel cda bianconero Fabio Paratici, i cui poteri andranno inevitabilmente ad aumentare, dovrebbe prendere il posto proprio di colui il quale ha affiancato per tanti anni, anche prima di sbarcare a Torino. Presto, però, saranno annunciati i nomi dei due nuovi CEO, ma non sembra che tra loro possano esserci vecchie bandiere, poiché la Juve è giunta ad un tale livello che non può permettersi di fare “scommesse” con i dirigenti.
Quanto a Beppe Marotta, il diretto interessato ha già chiarito che non correrà per la poltrona di presidente della Figc, almeno non in questa tornata. Visibilmente emozionato davanti alle telecamere, il benservito ricevuto da Agnelli lo porterà ad accettare una nuova sfida di club per dimostrare a tutti che quel premio di miglior manager europeo conquistato in questi giorni sia stato più che meritato. Dove può finire l’ormai ex dg e ad della Juventus? Il Napoli è il primo club che ha bussato alla sua porta già ieri appena appresa la notizia, ma occhio anche al Milan, che è in constante evoluzione ed ha ancora posto nella nuova dirigenza, e alla Roma, all’interno della quale ci sono movimenti tellurici dopo l’addio di Franco Baldini.