Matthijs de Ligt si è presentato alla Juventus in grande stile. Sempre sicuro di sé, il ragazzo ha confermato in conferenza stampa quella personalità messa in campo e che ha convinto la dirigenza bianconera a portarlo a Torino a tutti i costi. “È un grande passo – ammette subito il centrale orange – , il primo fuori dall’Olanda e mi devo abituare. Spero di ripagare il grande affetto dei tifosi”. Qualcuno sostiene che per la sua scelta sia stato decisivo l’invito di Cristiano Ronaldo al termine della finale di Nations League, ecco come racconta de Ligt quell’episodio. “In quel momento stavo cercando di capire cosa volevo fare dopo l’estate. Ma volevo aspettare. In quel momento ero sicuro che sarebbe stata la Juve. Vedere uno grande come Ronaldo a chiedermi di venire qui è stato un grande complimento, ma non ha fatto la differenza”.
Qualche giorno fa è venuta fuori un’indiscrezione secondo la quale ancor prima di sbarcare a Torino, de Ligt abbia parlato con Maurizio Sarri. Voice confermata dal diretto interessato in conferenza stampa. “Gli ho parlato al telefono, giusto per conoscerci. E lui è anche uno dei motivi, ho sentito parlare benissimo del suo gioco, del suo modo di intendere la linea difensiva. È stato un motivo molto forte”, ammette il nuovo acquisto bianconero.
In prima fila con Nedved e Paratici c’è anche Mino Raiola, davanti al quale spiega la foto mostrata su Instagram che lo ritrae da bambino con la maglia della Juve. “Avevo 7 anni circa, e se sei un difensore sai già quale giocatori ammiri. All’epoca era Fabio Cannavaro, campione del mondo 2006 e Pallone d’Oro. Ero un suo grande fan. Avevo un bel feeling con la Juve, sono sempre stato un loro fan da giovane”. È anche per questo che de Ligt ha preferito i bianconeri ad altre squadre blasonate che lo cercavano come Barcellona e PSG: “È stato un processo lungo – ammette – , mi stavo guardando intorno. L’Italia è famosa per essere il paese della difesa. È stata una grande sfida, la Juve ha dimostrato di credere in me e la sensazione ha fatto la differenza”.
Ora inizia una nuova storia, insomma, tutta da scrivere e si spera costellata di vittorie. I tifosi, si sa, vogliono la Champions League, ma de Ligt sottolinea subito che ci siano anche altre competizioni. “Ci sono tre competizioni, quattro con la Supercoppa. Vedremo partita per partita, vogliamo vincere tutto. Questa è la mentalità della Juve. In cosa posso migliorare? Sono giovane, c’è tanto margine. Ci sono differenze, ma per me conta lavorare duramente giorno per giorno e spero di poter migliorare in ogni settore. La pressione per il prezzo pagato dalla Juve? È normale nel calcio, ovviamente. Quando un club ti acquista per un grande prezzo questo significa che c’è molta pressione. Per essere un grande calciatore però devi saper gestire questa pressione. Io comunque cerco di fare la mia parte, migliorare, per me non è un problema”.
Dall’Olanda alla Serie A, da un calcio forse più offensivo ad uno più tattico e calcolatore. Cosa cambia per de Ligt? “In Olanda si parla sempre molto di costruire, qui si parla molto di marcature, di difendere insieme. Penso che potremo aiutarci a vicenda. All’Ajax c’erano tanti giovani, qui più esperti e questo è importante per me perché mi aiuterà a crescere”.
Infine, una battuta sulla scelta del numero 4, che alla Juventus è stato indossato da gladiatori come Paolo Montero, ma anche Claudio Gentile e Antonio Conte. “Il 4 per me è speciale – ammette – perché fin da giovane e anche in prima squadra ho giocato con questo numero. Qui era libero, ho sentito tante storie su questo numero e ho un’eredità da portare avanti. Indosserò il 4 con grande orgoglio e spero di esserne all’altezza”, conclude.