La sconfitta rimediata oggi contro la Lazio in Supercoppa ha evidenziato quelli che sono stati i limiti della Juventus di Maurizio Sarri in questa prima parte di stagione. Partiamo dalla condizione atletica, una delle grandi accuse che venivano mosse alla precedente gestione. Ad oggi, a parte qualche sprazzo (ma quelli c’erano anche prima), la condizione della Juve sembra essere in ritardo. Eppure si era detto in estate che i bianconeri avrebbero cominciato a correre tra novembre e dicembre. Sono troppe le gare, anche contro avversari modesti, in cui gli “altri” sono arrivati sempre prima sul pallone dei nostri. Per fare il pressing (movimento coordinato volto a recuperare palla sull’anticipo, da non confondersi con la pressione) occorre uno stato psicofisico ottimale. Che la Juventus oggi non ha, trasformando la volontà di recuperare palla il prima possibile in un boomerang che espone la fase difensiva a notevoli difficoltà.
E qui ci allacciamo al secondo dei limiti di questa Juventus, appunto una fase difensiva a dir poco svagata. C’entra poco il passaggio dalla marcatura a uomo a quella a zona, perché i concetti sono gli stessi. I meccanismi però non vanno ed era davvero da tanti anni che la Vecchia Signora non aveva un difesa così colabrodo. Basta andarsi a guardare le statistiche dei tiri e delle azioni offensive concesse, per rendersi conto delle difficoltà fin qui incontrate. Anche contro squadre nettamente inferiori a livello tecnico (Milan e Sassuolo per citarne due), la Juve ha concesso tante occasioni, riuscendo spesso a portare il risultato a casa grazie alle giocate dei singoli. Fa specie, oggi, che l’anno scorso con il solo innesto di Cristiano Ronaldo la Juventus fosse “obbligata” a fare il triplete e se non lo si è fatto è solo esclusivamente colpa del precedente allenatore. Alla stessa rosa, sono stati aggiunti elementi come de Ligt, Rabiot, Ramsey, Higuain, Demiral, Danilo… ma sembra che improvvisamente siano diventati per il tifoso medio un branco di brocchi e incapaci.
In realtà, va dato atto a Sarri di aver per certi versi rivitalizzato elementi come Dybala, ma questo non basta se lo sviluppo del gioco è sempre monotematico. I bianconeri cercano costantemente l’imbucata centrale, portando le difese avversarie a fare densità al centro con 8 uomini dietro la linea della palla e poi ripartire sfruttando gli spazi lasciati da un pressing approssimativo. Da che il calcio è calcio, se vuoi trovare l’imbucata centrale, devi prima allargare gli avversari giocando sulle fasce, altrimenti non fai altro che ficcarti in un imbuto. L’impressione che si ha vedendo le partite di questa Juventus è che dopo un quarto di gara si saprà già come andrà a finire, nel bene o nel male. A gara in corso, però, quando ci sono difficoltà, non c’è nulla che faccia scattare la scintilla a meno che non lo faccia qualche singolo.