Giorgio Chiellini ha parlato alla vigilia di Juventus-Villarreal, rispondendo alle domande del suo ex compagno di squadra Claudio Marchisio per Amazon Prime Video. A proposito del ritorno degli ottavi di Champions League, il capitano bianconero, al rientro, sottolinea: “Mi aspetto una partita difficile, è una squadra con un allenatore che conosco bene, che abbiamo affrontato al Siviglia e che ha uno storico importante: è una squadra tecnica ma soprattutto solida, organizzata, che si difende bene. Nel primo sorteggio – ammette – avevamo preso lo Sporting, e con tutto il rispetto secondo me era più debole del Villarreal. Potevamo prendere anche il PSG, però tante persone che conosco quando hanno letto Villarreal hanno pensato subito a una partita più semplice, mentre io ho subito detto che ce la saremmo giocata 50 a 50. Chiaramente a questi livelli il dettaglio fa la differenza: come noi eravamo stati bravissimi a sbloccarla, potevamo essere più attenti nel non subire gol. Adesso questi errori peseranno sempre di più, perché quando le differenze non sono così alte, o il dettaglio ti decide la partita o altrimenti ci saranno sempre più partite che finiranno ai supplementari e ai rigori. Negli ultimi tre anni siamo usciti con Ajax, Lione e Porto, questo ci ha insegnato che se non le affronti con la stessa attenzione con cui magari affronteresti Real Madrid o Barcellona queste partite le perdi. Noi venivamo da un percorso in cui non tanti avevano vissuto queste situazioni, non tanti si rendono conto delle difficoltà che affronti in certe trasferte di Champions. Dovremo fare una partita tosta, molto concentrati e attenti, con le qualità che abbiamo, sperando anche di recuperare qualche giocatore importante per avere più armi a disposizione”.
Allegri pian piano è riuscito a rimettere la Juve sul suo binario, ovvero quello della squadra solida cui è difficile fare gol e che appena gli concedi qualcosa ti punisce. “Lo vedo sempre lo stesso, non lo trovo cambiato – dice Chiellini del tecnico – Nei primi mesi quando è tornato forse si aspettava di trovare una squadra più simile a quella che aveva lasciato, ma in realtà in questi due anni è cambiato tanto, tanti giocatori, la squadra si è ringiovanita, e soprattutto le colonne portanti che avevano fatto il suo ciclo, io in primis, non avevano più quella costanza di rendimento, di presenza, quindi gli equilibri interni sono cambiati. Da novembre si è vista piano piano la sua Juve, una Juve solida, con una propria identità, con i propri difetti e i propri pregi”
In difesa, assenti Chiellini e Bonucci, sta facendo gli straordinari Matthijs de Ligt: “È partito forse con qualche strascico degli Europei, ma poi è cresciuto partita dopo partita – prosegue il capitano bianconero – sicuramente le responsabilità gli piacciono e lo stimolano. Secondo me c’è anche troppa richiesta per un ragazzo di 22 anni, Matthijs è un giocatore fortissimo, ma la maturazione nei difensori avviene a un’età molto più avanzata, io le mie migliori stagioni le ho fatte a 33-35. Lui quando ne avrà 28 sarà già un giocatore eccezionale, adesso sta crescendo e deve ancora crescere tanto, ma è un giocatore di livello mondiale”.
Il futuro è comunque sicuro appannaggio dell’olandese e di Dusan Vlahovic: “Ha portato una ventata di entusiasmo a tutti: tifosi, giocatori, dipendenti. Dusan – insiste Chiellini – è un giocatore che sposta gli equilibri, che ci dà tanto anche come caratteristiche tecniche, era quello che mancava perché dopo Mandzukic non abbiamo più avuto una prima punta così di peso. Avevamo Gonzalo che è un giocatore eccezionale, con caratteristiche diverse, ma non avevamo una prima punta come lui, era sempre un adattamento, ha dato tanto Alvaro a cui però piace più giocare con un centravanti, ci ha giocato Paulo ma anche lui vorrebbe un centravanti, e lo stesso vale per Cristiano. Adesso questa squadra ha un suo numero 9, anche se ha il numero 7 sulle spalle, e ha trascinato un po’ tutti… Poi ha 22 anni e una gran voglia di diventare il numero uno”.
tra Juventus e Mondiali, per ora Chiellini non vuole pensare a cosa farà da grande: “Onestamente io sono già oltre quello che pensavo, dopo il ginocchio era una sfida riuscire a rientrare, però avevo questo Europeo che mi ballava nella testa, di finire per arrivarci… Fosse stato nel 2020 non ci sarei arrivato, non stavo ancora bene, quindi sono già andato oltre quello che era. Potevo finire l’anno scorso con la Nazionale, mi è venuta voglia di continuare e adesso la vivo alla giornata. Ora ho questo sogno del Mondiale, speriamo di raggiungerlo e di godercelo da fine marzo e in inverno, poi si vedrà. Questa è casa mia, penso che mi piacerebbe finire in modo decoroso, come sto facendo. Poi si vedrà. Di base – rivela – mi piacerebbe più fare il dirigente che l’allenatore, ma la vita è piena di sorprese. Lo capirò con il tempo”.