Fabio Capello ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in vista di Juventus-Milan di domenica sera. Ex tecnico di entrambi i club, l’attuale commentatore televisivo spiega perché si sia scavato un solco di 16 punti tra bianconeri e rossoneri. «La Juve si è rinforzata anno dopo anno – sottolinea Capello – , approfittando delle debolezze degli avversari. Con la crescita in Europa, la Juventus è diventata una destinazione gradita alle grandi star, vedi Ronaldo. Solo il Napoli ha cercato di contrapporsi, ma la differenza tecnica e di mezzi alla fine ha reso impossibile la sfida. Oggi c’è l’Inter, che ha la forza del gruppo Suning alle spalle e può permettersi di compiere investimenti importanti».
In Europa è stata una settimana nera per le italiane, a parte la Juventus, infatti, le altre hanno fatto tutte male. Il calcio italiano continua a faticare nelle competizioni continentali. «La vittoria a Mosca, contro una squadra sicuramente non di primo livello, ha dimostrato che anche Sarri sa essere pratico – evidenzia ancora Capello – . Ho apprezzato in questi mesi la sua gestione perché non ha voluto imporre un’idea di gioco a tutti i costi, ma ha cercato di trovare un compromesso tra la sua filosofia e le caratteristiche dei calciatori. Se Allegri avesse vinto a Mosca così, lo avrebbero criticato. Io invece dico “bravo Sarri”, perché riconosce l’importanza del risultato».
Poi, Capello analizza la situazione di alcuni singoli della Juventus: Higuain si sta confermando un valore aggiunto, così come Pjanic che cresce di partita in partita. Non sono ancora al top, invece, de Ligt e Ronaldo. «Higuain? Io non sono sorpreso perché lo conosco bene e sono contento per lui. Ha voluto dimostrare di essere ancora utile e importante per la Juventus. De Ligt? Bisogna dargli tempo, ma ha qualità notevoli. Forse nel suo primo campionato italiano avrebbe avuto bisogno di ritrovarsi Chiellini al suo fianco. Lo avrebbe aiutato. Pjanic? Non è mai stato in discussione. Ha qualità immense. Ora si dice che tocchi di più il pallone, ma per me quello che conta è sempre la verticalizzazione e lui ha sempre avuto questa dote. Lo stesso discorso riguarda Bonucci, un altro capace di scegliere la profondità. Servono tecnica e coraggio per farlo. Ronaldo? In area resta il numero uno al mondo. Non lo vedo bene fisicamente come un anno fa e questo spiega perché Sarri lo abbia sostituito a Mosca. La gestione di un campione di 34 anni – conclude – è fondamentale».