L’episodio più importante e decisivo di Juventus-Lazio si è verificato ieri sera al minuto ’88: Maurizio Sarri fa uscire Paulo Dybala e al suo posto subentra Daniele Rugani. È la morte del sarrismo, sempre che sia mai esistito, l’utopia che si piega alla “ragion di stato”, l’ammissione che ci sono momenti in cui non puoi caricare a testa bassa in ogni partita. È il cambio più cagòn che esista, ma chi vuole arrivare alla vittoria deve passare anche attraverso questi episodi. Maurizio Sarri vuole fortemente vincere il suo primo titolo nazionale e ora che lo vede vicinissimo è disposto a tutto pur di assicurarselo.
Con “sarrismo” si è fin qui inteso sempre un calcio propositivo e offensivo dal primo all’ultimo minuto. Chi se ne frega se sei di due o di tre gol in vantaggio, si attacca ancora a testa bassa nella speranza di fare il quarto e il quinto. Un calcio privo di equilibri e lettura delle partite, che non si sviluppano mai in maniera piatta e che spesso ti possono portare ad imbarcate senza precedenti. Lo abbiamo visto tante volte in stagione e le ultime tre brutte figure hanno convinto Sarri che se alleni la Juve devi accettare dei compromessi, perché il secondo posto è il primo degli ultimi, non è affatto un piazzamento meritorio.
È così che, dopo aver ripetuto per mesi “mai userò la difesa con tre centrali in vita mia”, Sarri ieri sera si è reso protagonista di un gesto che più machiavellico non si può. Dopo aver riaperto con una cappellata di Bonucci una partita lucchettata a doppia mandata, la Juventus si è ritrovata nei propri 30 metri a difendere con i denti il 2-1 da una Lazio priva di qualcosa come 9 titolari. Inzaghi ha mandato in campo una manipolo di ragazzini nel finale, che hanno fatto vedere i sorci verdi al sarrismo e ad un certo punto è accaduto l’inevitabile. Esce Dybala, entra Rugani e la Vecchia Signora erge un muro a cinque davanti al fortino, che complice anche una grande parata di Szczesny, reggerà fino al 90’. I puristi, seguaci dello stile leleadanista li avrei voluti vedere in faccia, ma se Sarri sarà ancora l’allenatore della Juventus, e sono sicuro che sarà così, darà loro modo di pentirsi ti tante altre baggianate ripetute a pappardella in questi mesi.