Gianluigi Buffon è stato ospite stanotte della trasmissione Tiki Taka. In collegamento diretto con lo studio di Pierluigi Pardo, l’esperto estremo difensore bianconero è tornato sul pareggio ottenuto dalla Juventus a Lecce. Un risultato che ha lasciato delusi molti tifosi: “Si può anche pareggiare ogni tanto e penso sia anche bello così. Le squadre più forti – sottolinea SuperGigi – appena non vincono arrivano le polemiche, ma ci sono anche gli avversari ed esistono tre risultati nel calcio. Bisogna accettare i pareggi anche senza polemiche. Abbiamo fatto una bellissima gara, ma abbiamo abituato troppo bene tutti”.
Per fortuna, Inter e Napoli non ne hanno approfittato pareggiando i rispettivi incontri e mantenendo invariata la distanza dai campioni d’Italia. “Il Napoli è in corsa anche perché siamo alla nona giornata, ma un’occasione come quella con la Spal una squadra come il Napoli doveva coglierla. Era molto importante mettere pressione alla Juve e all’Inter. Ma, a parte l’Atalanta, le altre squadre che hanno giocato la Champions hanno pareggiato”, ha proseguito, mettendo però in guardia i suoi dall’Inter di Conte, un allenatore in grado di grandissime imprese. “Ho grande rispetto per l’Inter soprattutto quest’anno perché penso sia l’avversaria numero uno. Con la Champions League magari qualche colpo potrebbe perderlo, ma dobbiamo avere le antenne dritte perché conosco la mentalità che inculca Conte e so che è capace di miracoli sportivi”.
Qualcosa si è visto già, ma ancora è troppo presto per dire che questa sia la Juventus di Sarri: dall’alto della sua esperienza, Buffon spiega quando gli schemi del nuovo tecnico saranno definitivamente digeriti. “Si comincia a intravedere qualcosa di diverso, una ragnatela di scambi molto fitta e una grande ricerca della verticalità che ci differenzia dal passato, sia di Allegri che di Conte. Credo che nel giro di altri due mesi – ipotizza – si vedrà la vera Juve di Sarri anche perché adesso abbiamo perso pedine importanti come Douglas Costa e Ramsey sulle quali il mister puntava molto”.
Nessun dubbio, invece, sulle qualità di Matthijs de Ligt, troppo criticato fin qui dalla stampa, molto probabilmente per via della cifra importante investita dalla Juve. L’infortunio di Chiellini ha probabilmente reso più difficile l’inserimento del nuovo acquisto. “Chiellini incide tantissimo in difesa. L’unico infortunio peggiore del suo poteva essere solo quello di Cristiano Ronaldo. Li metto sullo stesso piano per l’incidenza che hanno in squadra. Questo – evidenzia Buffon – ha accelerato l’inserimento di Matthijs, ma magari questa cosa ci potrà aiutare per il corso della stagione, quando in primavera avremo bisogno di un giocatore più pronto. In questo periodo sembra che abbia la nuvola di Fantozzi sopra la testa”.
Quanto a lui, Buffon ammette di non aver potuto dire di no al Paris Saint Germain anche per soldi: “A Parigi sono andato perché non potevo non accettare il tipo di proposta sportiva ed economica che mi ha fatto il PSG. Quando a 40 anni un club così ti chiama è anche un orgoglio: volevo vivere un’esperienza diversa e uscire dalla mia zona di comfort. Il ritorno alla Juve l’ho deciso una sera a Parigi da solo quando mi sono detto: ma a 41 anni cosa stai a fare qui da solo a Parigi con la tua famiglia che è in Italia? Ho forzato la mano col PSG – ammette – e quando la Juve mi ha fatto un’offerta che mi sembrava giusta l’ho accettata subito”. Un’offerta che inizialmente ha generato paura in Buffon, come spiega il diretto interessato: “In estate avevo un pochino di paura perché era una novità per me. Ero ritornato alla Juve con un ruolo marginale in campo, quindi avevo qualche perplessità ma le ho subito fugate quando ho rivisto alcuni compagni di squadra con cui ho condiviso una vita. Ora mi alleno con un altro obiettivo: adesso sfido me stesso che è molto più difficile che sfidare un avversario o un altro portiere. E quando vedo che raggiungo un determinato livello godo e sono felice. La Juventus mi ha dato un patrimonio di inestimabile valore. La ringrazierò per tutta la vita. Se a 40 anni ho avuto la possibilità di essere preso in considerazione dal PSG è merito della Juve che mi ha dato la possibilità di soffrire, di lavorare e di sognare. Alla Juve, come atleta, devo dare tantissimo. Poi devo tanto anche a me stesso e alla natura che mi ha donato qualche dote”.
In questi giorni si parla tanto di rinnovo per un altro anno: Buffon lascia intendere che si vada proprio verso questa soluzione. La scrivania può attendere: “Futuro da dirigente? No, perché in questo momento sono in una condizione psico-fisica che mi fa sentire ancora un giocatore importante. Non ho ancora preso in esame il mio futuro ma ho anche la serenità d’animo di psicanalizzarmi e di potermi valutare. Quando mi accorgerò di non poter giocare come voglio io – conclude – , andrò dalla società e gli dirò che è finita”.