Bergamo a Galliani: “Stia tranquillo, abbiamo modificato il referto di Milan-Lecce”
Le 74 (+ una) nuove intercettazioni di Calciopoli sono state accettate dai PM di Napoli. Martedì prossimo il collegio giudicante confermerà che entreranno negli atti, non potrebbe essere altrimenti. E come sostengono i legali di Luciano Moggi, sarà la svolta nel processo “farsa”. Tutti parlavano con designatori e arbitri (con questi ultimi di sicuro non Luciano Moggi, non c’è uno straccio di prova). Parlava ad esempio il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, con i soliti toni: «Vada in Giappone, Collina, dove vuole». Il direttore sportivo del Palermo, Rino Foschi, bestemmiante contro Pairetto per un rigore assegnato all’ultimo minuto alla Sampdoria. Chiamavano Spalletti allora all’Udinese e il presidente del Bologna, Renato Cipollini (quello che ha chiesto il risarcimento alla Juventus e alla FIGC per i fatti di Calciopoli, ehm… Farsopoli). Parlava tanto il Milan: sia tramite l’amministratore Galliani (anche presidente di Lega Calcio), sia il responsabile degli arbitri, Meani. Con i designatori, con gli arbitri, con i guardalinee.\r\nParte del materiale è inconsistente, parte apre invece scenari interessanti in ambito sportivo.\r\nLe conversazioni più “calde” riguardano Galliani. Il designatore arbitrale Bergamo è in rotta con Pairetto e il presidente degli arbitri Lanese, a suo dire vicini a Moggi. Bergamo si appoggia allora a Galliani. Il 28 aprile 2005 gli chiede apertamente aiuto: «La Juve mi accusa di voler prolungare la squalifica di Ibrahimovic per non farlo giocare contro di voi». Galliani: «Non si preoccupi, io sono qui».\r\nIl 17 maggio il designatore esordisce con Galliani parlando del pareggio contro la Juve come di «un trauma in famiglia»: è milanista Bergamo e pur di aiutare la propria squadra del cuore ammette un atto di gravità estrema. Per un fallo di un difensore del Lecce su Kakà confida a Galliani: «A lei posso dirlo, con Trefoloni abbiamo riscritto il referto arbitrale. Il giudice sportivo non avrebbe capito, ci volevano i toni giusti per una squalifica esemplare».\r\nIl dirigente rossonero Meani, poi, nel pre-partita di Inter-Milan (febbraio 2005) chiama l’arbitro designato per il match, De Santis, e lo intrattiene per un’ora e mezza: «Mi raccomando». \r\nFacchetti in due telefonate a Pairetto, vicecommissario arbitrale in Uefa, mostra di gradire il suo intervento in Europa: «Avete già fatto per le Coppe?, avete stabilito per le Coppe?». Poi Bergamo, 10 gennaio 2005, anticipa a Facchetti i due guardalinee: «Ti mando Gemignani e Nicoletti». E il 26 aprile il designatore dice al presidente nerazzurro: «La partita con la Juve era stata preparata bene».\r\nAlla Roma ci pensa il DSPradè. Chiama il vicepresidente federale Mazzini prima di Atalanta-Roma: «Puntiamo su di te», gli dice. Finirà 0-1 per i giallorossi.\r\n\r\n(Credits per le intercettazioni: Repubblica)