Banca Imi non ha dubbi: ogni anno la Juve deve vendere un campione per mettere a bilancio una plusvalenza importante, altrimenti non riuscirebbe a restare nella top 10 della Money League, ossia la classifica dei ricavi stilata da Deloitte. Nel consueto report annuale, l’istituto di credito ha analizzato l’ultimo bilancio della Juventus e gli analisti sono giunti a conclusione che il club torinese non possa mantenersi sui livelli attuali senza un sacrificio importante ad ogni sessione estiva. Nel 2016 è toccato a Paul Pogba, nel 2017 a Leonardo Bonucci (ma se non fosse partite il difensore viterbese molto probabilmente avrebbe lasciato Alex Sandro)… Ora i tifosi bianconeri attendono di conoscere il nome del big che dirà addio nell’estate del 2018.
Sì, perché il trend è confermato e dunque, secondo quanto sottolinea la banca Imi, anche tra qualche mese il dg Beppe Marotta dovrà realizzare un’importante plusvalenza per permettere alla Vecchia Signora di poter mantenere gli attuali ricavi e il monte ingaggi che ha raggiunto ormai livelli da top assoluta. Nel report della banca, si evidenzia infatti come dal 2010 al 2017, la Juve abbia avuto un tasso di crescita annuale dei ricavi (al netto delle plusvalenze) del 17,8%. Un grande lavoro quello svolto dalla dirigenza bianconera, che ha consentito di ridurre sensibilmente il gap con le altre big d’Europa, anche se non è bastato per avvicinarsi ancora alla vetta.
Per tenere il passo, dunque, la Juventus dovrà confermare il trend di plusvalenze delle stagioni 2016-2017 e del 2017-2018, quando sono stati incassati rispettivamente 100 e 90 milioni di euro netti dal player trading. E non è tutto, perché in contraddizione con quanto affermato precedentemente, l’incasso delle cessioni di giocatori non dovrebbe essere reinvestito sul mercato, poiché altrimenti la società non riuscirebbe a mantenere il rapporto debito/EBITDA inferiore a 3. Stiamo parlando dell’indice relativo al rapporto Indebitamento Netto/Margine Operativo Lordo, che “misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni debitori ricorrendo al reddito generato dalla sola gestione operativa”. Mantenere il rapporto inferiore a 3, vuol dire che l’azienda impiegherebbe tre anni per ripagare l’intero debito sulla base del proprio margine operativo lordo. Un concetto molto tecnico, ma che serve a confermare una pratica che è ormai ben chiara alla maggior parte dei tifosi bianconeri: la Juve è una società che deve autofinanziarsi, per comprare deve ogni anno vendere un top player. A chi toccherà l’estate prossima? Oltre al terzino brasiliano di cui si è detto sopra, i tifosi temono di perdere il numero 10, Paulo Dybala.