Allegri: “Stiamo crescendo, per Juve-Milan ho tre dubbi”
Massimiliano Allegri in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Milan: “Partita più importante per loro che per noi”
Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Milan, partita valida per la quarta giornata di Serie A 2021-2022. “È una delle partite più importanti, se non la più importante – esordisce il tecnico bianconero – Serve una bella prestazione perché abbiamo solo un punto, dando seguito alla Champions. Già da un anno e mezzo giocano molto bene, con autorevolezza e sicurezze. Giocano insieme da quasi tre anni, hanno certezze importanti. Noi stiamo crescendo, negli ultimi giorni siamo stati tutti insieme. Ma la partita di domani è più importante per loro che per noi”.
Allegri: “Chiesa uno dei tre dubbi di formazione”
Quanto alla formazione, Allegri non vuole dare alcun vantaggio a Pioli e gioca sulla difensiva: “Ho tre dubbi: uno in difesa, uno a metà campo e uno in avanti. Deciderò domani. Abbiamo ancora 5 partite da qui alla sosta, l’importante è che tutti si sentano partecipi dall’inizio o a a gara in corso. Ci sono 5 cambi e tutti devono essere pronti ad aiutare. Chiesa? È uno dei dubbi. A destra rende molto di più – evidenzia – davanti gli serve una punta. Fa fatica a fare la punta centrale. A sinistra ha qualità che lo portano a venire dentro per sfruttare uno contro uno e tiro. Deve ancora crescere nella lettura e nei tempi. Poi ha le sue qualità nel dribbling e nel tirare in porta, ma ci sono cose che deve migliorare”.
La vittoria in Champions ha ridato morale, ma in campionato il bilancio è fortemente in deficit. Allegri prova a spiegare perché: “Ci siamo ritrovati il 3 agosto con i nazionali che tornavano dall’Europeo. I risultati non sono stati direttamente proporzionali alle prestazioni, potevamo avere dei punti in più. Io particolarmente carico? Sono sempre così. Dobbiamo conoscerci, io devo capire anche chi rende meglio entrando dalla panchina. Più avanti si va meglio è. Ma la squadra sta lavorando bene – insiste – domani serve una partita tecnica. Il Milan è tecnico e a Liverpool ha fatto una bella partita. Non giocavano la Champions dal 2013, questo dimostra che hanno personalità. Domani serve pazienza. È un campionato equilibrato dove non c’è una squadra di valore assoluto che può schiacciare le altre. Fai presto a perdere punti, ma anche a recuperarli. La preoccupazione di restare a un punto non ci deve impedire di continuare a fare il nostro percorso. I campionati si vincono con le piccole, negli scontri diretti può succedere tutto. Noi sicuramente faremo una bella partita, ma il calcio l’ha inventato il diavolo. Non possiamo sapere il risultato, basti vedere il Milan mercoledì. Per questo ci vuole equilibrio: prima di Malmoe non eravamo ubriachi scarsi e ora non siamo fenomeni. Dobbiamo avere la voglia di essere i migliori”.
Insistere sull’aspetto psicologico
Ovviamente ci vorrà tempo, perché questa non è come le precedenti Juventus allenate da Allegri: “La Juve che ho trovato ha giocatori diversi. Non va paragonata con quella di prima. Abbiamo caratteristiche fisiche, caratteriali diverse. Dobbiamo arrivare ad essere una squadra migliorando tantissime cose su compattezza e pazienza. Problema di testa? Io devo fare l’allenatore perché la squadra va messa in campo. Ora dobbiamo martellare sull’aspetto psicologico – insiste – Per ottenere le cose non basta fare 6 ma 8 o 9 e a volte non basta. La Juve deve lottare per vincere il campionato, non le partite. Le partite le vincono tutti, il campionato solo uno. La continuità alla fine viene fuori e vince chi alla fine è migliore”.
Uno dei dubbi di Allegri è in difesa: pare che Chiellini sia titolare, mentre l’altra maglia se la giocano Bonucci e de Ligt: “Leo? Prima o poi dovrà stare fuori. Ogni tanto mi fa arrabbiare quando forza le giocata, ma è super affidabile. Ha quasi 500 partite nella Juventus, per un allenatore è molto importante. De Ligt? Ha 22, è molto bravo. Quando vivi le cose con troppo entusiasmo perdi di lucidità. È arrivato dall’Ajax che aveva 20 anni. Quando è arrivato alla Juve hanno detto che era il futuro Pallon d’Oro. Ci vuole calma, la maglia della Juve pesa. Ha qualità importanti ma deve migliorare. Chiellini a 20 forse era peggio di De Ligt. Poi a 28 anni è diventato un calciatore serio. C’è un percorso, nessuno nasce imparato. Poi c’è l’eccezione, ma è una. De Ligt è ancora giovane e bravo. Per caratteristiche è un giocatore che può restare tanti anni alla Juve. Una piacevole sorpresa è Rugani, ha un piglio diverso ed è affidabile. Questo non vuol dire che gioca domani. Uno dei tre comunque sta fuori, a meno che non si giochi con i tre dietro. Non si può?”.
Infine, una battuta sul centrocampo “storto”: “Questione di caratteristiche dei giocatori. È storto ora ma è storto da sempre. I numeri piacciono a tutti. Se giochi 3-5-2 sei asimmetrico da una parte o dell’altra. Chiesa o Cuadrado sono diversi da Rabiot, sei la torre di Pisa. A sinistra siamo stato un po’ orfani. Prima c’era Matuidi, poi Rabiot. Quando c’era Mandzukic – conclude – eravamo meno orfani”.