Massimiliano Allegri ha risposto alle domande dei giornalisti alla vigilia di Juventus-Sampdoria. “Dobbiamo giocare bene e vincere per fare un saltino in classifica – esordisce il tecnico livornese – vincendo la prima in casa dopo quella in trasferta. Poi penseremo al Chelsea. Ci saranno dei cambiamenti per recuperare energie. Tanti giocatori hanno fatto 6/7 partite di seguito”.
Rispetto alla formazione vista contro lo Spezia ci saranno diversi cambi, per il match ravvicinato contro il Chelsea e anche perché alcuni calciatori non sono al meglio. “Rabiot non è neanche convocato, ha preso un colpo alla caviglia e non si è allenato. Dybala non lo so. Chiesa? Sta bene, come tutti. Può giocare a destra o sinistra. Magari cambia a partita in corso Bernardeschi? Quelli che sono entrati con lo Spezia hanno fatto benino, deve essere la normalità, ne sono contento. Premi non ne do, Bernardeschi sta facendo bene e valuterò se dovrà giocare dall’inizio. Perin gioca domani per far recuperare Szczesny, già volevo metterlo con lo Spezia. È pronto e sta bene. Sono sereno. Kean? Abbiamo lui e Morata, decido domani mattina tra le due punte. Una parte e l’altra entra, cambia poco. Kulusevski? E’ un po’ nella posizione di Dybala. Diciamo che se facciamo un campetto lo accoppio con Paulo. A Spezia abbiamo tirato in porta 25 volte, anche nel primo. Giochiamo una volta ogni tre giorni. Locatelli sta facendo bene ma arriva dal Sassuolo in cui gli obiettivi sono diversi e non si gioca ogni tre giorni. A livello di sforzo mentale e fisico è diverso. Aveva bisogno di recuperare e avevamo previsto di farlo entrare dalla panchina per averlo fresco. Cuadrado viene da una sfilza di partite. Poi – sottolinea – fosse andato tutto bene non ci sarebbe stato neanche bisogno di loro. Anche Rodrigo l’ho tolto perché ha giocato tanto. Più si va avanti più si conosceranno tra loro e giocheremo meglio. Chiellini? Sta bene, per la legge dei grandi numeri prima o poi ci toccherà non prenderli. Quando uno tira e la palla finisce all’incrocio e bravura dell’avversario e in quel momento doveva andare così. Sono sicuro che alla fine la Juve riuscirà a subire meno gol, siamo migliorati nel difendere nella nostra metà campo”.
Quanto al modulo, Allegri continua a cercare l’equilibrio senza inventarsi nulla di trascendentale. “Possiamo chiamarlo 4-2-3-1, ma cambia a seconda delle caratteristiche. Con lo Spezia ne avevamo tre dietro col pallone con Danilo e difendevamo come sempre a quattro. Dobbiamo migliorare la gestione – insiste – io cerco di mettere i giocatori nelle loro posizione ideali. Calo alla distanza? Assolutamente non è una roba da tirare fuori. Non è un problema fisico. Col Milan sbagliato tanti palloni gratuiti, se sbagli tecnicamente succede che gli altri prendano forza. La squadra poi può difendere, non si può tenere il pallone sempre. Altrimenti non metterei neanche il portiere, ma un attaccante in più. Difendere fa parte di una partita di calcio. Saper difendere è un’altra roba. Se è compatta, la squadra difende bene”.
Quanto alla lotta per il campionato, ovviamente al momento la Juventus è fuori dai giochi, le favorite sono altre. “Sono stato sincero – ammette Allegri – potevano darci la mazzata finale e invece ci hanno tenuti vivi. Sulle favorite ha ragione Sacchi: Inter, Milan e Napoli sono favorite. Noi siamo in ritardo, abbiamo perso 8 punti. Dobbiamo fare il nostro percorso: abbiamo vinto lo scontro salvezza e domani fare un passettino con una pari classifica. Le favorite sono loro, l’Inter ha vinto lo scudetto, il Milan è primo nelle classifiche post Covid e il Napoli ha vinto le prime 5. Noi dobbiamo cercare innanzitutto di arrivare nella zona Europa League e poi provare ad andare avanti. Mercoledì abbiamo fatto una buona partita in uno stadio che è sempre stato difficile. Buon primo tempo, poi abbiamo preso un gol a campo aperto e siamo stati fortunati. Poi l’abbiamo portata a casa soffrendo e siamo stati bravi”.
Sulle critiche, infine, Allegri chiude con una massima: “Un po’ mi mancava e mi diverte anche un sacco. Bisogna cercare di migliorare i giocatori, di giocare bene il più possibile e di fare risultati. Io preferisco essere criticato molto, ma da vincente. La compassione si ha solo per chi non vince, mai per quelli che non vincono. E preferisco non essere compatito. Voglio essere molto criticato ma vincente. Cioè, non vincente io, vincenti i ragazzi che alleno: sono loro che ci danno la vittoria. È una regola di vita. Si ha compassione di uno che sta male, non di uno che sta bene. Piaccia o non piaccia è così. Le critiche mi piacciono, mi stimolano”.