Plusvalenze Juve: dopo la carta segreta ecco la memoria difensiva del club
Settimane decisive per la Juve e il caso plusvalenze. Dopo aver ottenuto la nota Covisoc, i legali bianconeri sono pronti ad attuare la strategia difensiva per cancellare la penalizzazione di 15 punti in classifica.
Stasera contro la Samp la Juve si gioca un pezzo importante di stagione. Dopo la sconfitta in casa della Roma, i bianconeri vogliono riprendere la marcia per sperare di recuperare in punti in chiave qualificazione alla prossima Champions League. La distanza è ancora molta, ma la società crede nel ricorso al Collegio di Garanzia del CONI per ottenere la cancellazione della penalizzazione e ritrovarsi così in piena zona utile. Dopo aver ottenuto la famosa carta segreta della Covisoc, la Juve può delineare la propria strategia difensiva.
Juve, dopo la nota Covisoc la difesa: la strategia per il ricorso al Collegio di Garanzia del CONI sul caso plusvalenze
In attesa di capire come verrà utilizzata la nota Covisoc ottenuta grazie al TAR del Lazio, la Juve delinea la propria strategia difensiva. Sul Corriere di Torino si può leggere la memoria che i legali bianconeri hanno depositato nel dicembre 2021, in risposta alle accuse della Procura di Torino. Sul documento si legge: “La società Juventus ha correttamente contabilizzato la cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori secondo le disposizioni di cui al principio contabile IAS 38, paragrafo 113, relativo a cessazioni e dismissioni”.
Questa è la posizione ufficiale del club, che ha dunque intenzione di smontare l’accusa di aver falsificato il bilancio con plusvalenze gonfiate. Le società quotate in borsa, secondo i principi contabili del codice di giustizia sportiva, non possono contabilizzare una plusvalenza nell’ambito di uno scambio, ma solo con operazioni distinte. Alla fine il nocciolo della questione è questo. Secondo la Procura la Juve ha realizzato plusvalenze tramite permute di calciatori e dunque non avrebbe potuto inserirle a bilancio. La difesa bianconera invece sostiene che le operazioni incriminate siano distinte.