Ufficiale McKennie al Leeds, prestito con diritto: il recap alla Juventus
Era il 2020 quando Weston McKennie è arrivato alla Juventus dallo Shalke 04. Un americano, non proveniente da una nazione esattamente famosa per i suoi grandi calciatori. Eppure ha fatto bene, è stato utile ed era felice. Di certo avrà un bel ricordo della Juventus come la Juventus lo avrà di lui.
Di certo non è stato un grande campione che verrà ricordato nelle generazioni, di certo non avrà una stella allo Stadium, ma Wes McKennie è un giocatore che a Torino non verrà dimenticato. Ha fatto la sua parte, non è mai stato il crack ma è risultato spesso decisivo. Specialmente da subentrato, ha giocato delle ottime partite. Ha segnato e anche gol decisivi, si è sempre fatto trovare disponibile e ha dato il massimo per la squadra.
Wes non avrà fatto meraviglie ma c’è stato nel momento del bisogno ed ha saputo farsi da parte quando è arrivato il momento. Sempre in modo onesto e coerente, per il bene suo ma soprattutto della squadra.
L’arrivo e il percorso per mettersi in pari
Appena approdato a Torino McKennie ha avuto qualche difficoltà. A partire dal peso. Da buon americano aveva uno stile di vita e un’alimentazione non esattamente sani e innanzitutto si è dovuto mettere in forma. Dopodiché ha dovuto sperimentare un tipo di calcio che per lui era totalmente nuovo, così come la vita in Italia. Gli va riconosciuto il merito di essersi adattato velocemente, cosa per nulla semplice. Ha persino imparato la lingua e in campo ha subito legato con i compagni. Dotato di ottima forza fisica ma anche di una buona velocità, ha spesso fatto la differenza in area ma ha anche sempre servito buoni palloni e vinto contrasti. Si è adattato bene al gioco italiano e ha trovato ottima sintonia con i compagni.
L’epilogo di una bella storia che ha accontentato tutti
Qualcuno se ne doveva andare, questo lo sapevano tutti. L’americano è stato l’agnello sacrificale ma alla fine entrambe le parti sembrano averne tratto beneficio. Con Allegri McKennie giocava molto ma ultimamente faticava ad emergere, i primi anni sono stati i migliori. Entrambe le parti forse sapevano che la separazione era la strada migliore da percorrere e magari in Inghilterra il classe 98 ritroverà il suo equilibrio.
A volte una fine non è altro che un nuovo inizio e speriamo che lo sia tanto per Mckennie quanto per la Juve.