Sarri salvato dalla pochezza della concorrenza

Doveva essere un campionato equilibrato per il rafforzamento della concorrenza, se Inter e Lazio non si fossero suicidate la Juve di Sarri non sarebbe prima

Ci era stato presentato come il campionato più difficile per la Juventus per via dei miglioramenti fatti dalla concorrenza, in realtà Maurizio Sarri vincerà il suo primo scudetto proprio perché non c’è stata alcuna concorrenza. Ieri sera contro l’Udinese i campioni d’Italia hanno sfoderato l’ennesima prestazione oscena della stagione e il mister non ha fatto altro che ripetere come un ritornello le stesse dichiarazioni che fa da settimane: “La rimonte le subiscono tutti, c’è stata una pandemia”, “È difficile fare punti dopo il lockdown”, “Prendiamo tanti gol anche perché ci danno tanti rigori contro”.

Chi vive di pane e Juve sa che a Torino delle scuse non sanno che farsene. Di quello che succede altrove se ne infischiano, perché la famiglia Agnelli che detiene la società da oltre 120 anni vuole solo vincere e per vincere non bisogna guardare alle altre squadre, ma distinguersi proprio da quelle. Che “le rimonte succedono anche in Serie B”, pensate che possa fregare qualcosa ad Agnelli? Così come pure il fatto che siano stati dati 12 rigori contro… Se è poi così difficile correre e fare punti dopo 3 mesi di lockdown, perché Atalanta, Milan, Roma sono riuscite a trovare continuità e noi no? Ovviamente la “narrazione” vuole che questa squadra sia bollita, che molti elementi farebbero fatica a trovare spazio persino nel Benevento e nella Spal. Strano, perché lo scorso anno, sono costretto a ripetermi, si diceva che dovessimo fare il triplete anche con mio figlio di 7 anni in panchina.

Sarri e la brutta copia del “guardiolismo”

Il lockdown non c’entra nulla, la Juventus di Sarri è questa dal primo giorno e non si è mai evoluta. Come sottolineato in questi giorni da una bellissima analisi tattica pubblicata da Calciomercato.com, il tecnico ex Napoli e Chelsea cerca di scimmiottare Guardiola, senza però averci capito molto. Da quello che si vede negli allenamenti e nelle partite, si parte da concetti sbagliati, come la ricerca obbligata del gioco a 1-2 tocchi, una grossa limitazione per i calciatori bianconeri. Alcuni saranno pure a fine ciclo, ma non sono messi in condizione di rendere al meglio. I centrocampisti giocano quasi sempre spalle alla porta per scaricare la palla di prima, nessuno si gira mai per puntare palla al piede e creare la superiorità numerica. Non si fanno più sovrapposizioni, cross, si cerca sempre l’imbucata centrale e chiunque ormai non fa fatica a difendersi contro questo modo di giocare. Basta mettere due linee di giocatori dietro il pallone e scivolare a destra e sinistra seguendo il possesso e la Juve sarriana è spacciata. Nessuna pericolosità in attacco e, appena perde palla, correre all’indietro è un inferno.

Ieri sera l’Udinese ha portato a termine 380 passaggi, mentre la Juve qualcosa come 608, quasi il doppio. Sarà contentissimo Sarri di essere riuscito nell’obiettivo annunciato ad inizio stagione, ovvero quello di portare Pjanic e i centrocampisti a toccare tante volte il pallone, peccato che poi per vincere bisogna fare i gol. Nessuno sta qui a mettere in dubbio quello che ha fatto Sarri al Napoli, ma si tratta di una combinazione che capita una volta sola nella vita, non a caso non è riuscito a replicarla né a Londra (dove stava per essere esonerato dopo due mesi) né a Torino. Potremmo parlare anche di Sacchi e del suo modello Milan che non gli è riuscito da nessun’altra parte, ma per pietà non vado oltre.

Se la concorrenza non si fosse letteralmente suicidata, questa Juve sarebbe stata in grado di perdere lo scudetto. Ci avevano preannunciato un campionato punto a punto per via della concorrenza rafforzata, ma Sarri sta riuscendo in questo finale di campionato a fare addirittura peggio del finale dello scorso campionato, quando la Juventus di Allegri letteralmente sbracò gli ultimi due mesi avendo praticamente in tasca lo scudetto. Dopo 35 giornate, la Juve aveva l’anno scorso 89 punti contro i 73 del Napoli (+16). Oggi la classifica dice Juve 80 e Atalanta 74 (+6). La concorrenza si è solo avvicendata, mentre la Vecchia Signora è peggiorata notevolmente. Con una sola vittoria nelle ultime cinque partite, 13 gol subiti nelle ultime 6, il tricolore arriverà probabilmente nella prossima sfida casalinga contro la Sampdoria, ma una riflessione è d’obbligo. Se quelli di Allegri erano scudettini, questo qui come lo dobbiamo classificare?