Dallo scudetto degli onesti (LOL) a quello dei *paraculi
In questi giorni di emergenza abbiamo letto tanti articoli di soloni che parlano di “scudetto dei tamponi” solo se fosse assegnato alla Juventus
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. La frase, attribuita a Goebbels, uno dei più importanti gerarchi nazionalsocialisti, ministro della Propaganda della Germania di Hitler, si sposa perfettamente con quanto avviene più o meno quotidianamente nel nostro Paese. In Italia, dove secondo i dati di Reporter senza Frontiere la libertà di stampa è un optional (a giugno del 2019 eravamo al 77° posto nella classifica delle nazioni dove i media sono più liberi e “sinceri” nel fare informazione, su un totale di 180 Paesi – ndr), continua il proliferare di fake news e di articoli scritti “di pancia”, per odio oppure, seguendo una logica contorta e ben pianificata, per confondere, insinuare, gettare fango su questo o quel bersaglio. E il calcio non è ovviamente esente da tutto ciò. Specie quando si vuole e si “deve” tirare in ballo la tanto odiata e invidiata Juventus.
Così ecco fioccare come neve una serie di articoli e di servizi televisivi dove si cerca di convincere il pubblico che riprendere a giocare il campionato (e comunque non assegnare lo scudetto ai bianconeri) “è cosa buona e giusta”. Viceversa, sarebbe negativo, uno scandalo, un gesto di cattivo gusto. In questo proliferare di scemenze verbali, scritte e non, i soliti noti della disinformazione fanno a gara a chi le spara più grosse, abusando di termini a loro sconosciuti, come “onestà”, eleganza, moralità”, e altri più consoni ai soggetti, come “scudetto a tavolino, scudetto del tampone (definizione nauseante -ndr) o campionato falsato”, ma fuori contesto. Perché per questi signori, qualora si decidesse di sospendere definitivamente i tornei in tutta Europa, con relativa assegnazione dei campionati a chi si trova legittimamente in testa, in Italia sarebbe un’azione sbagliata e addirittura “immorale”. Al punto che, in casi estremi, i bianconeri, primi in Serie A, dovrebbero, sempre a detta dei soloni citati prima, fare il bel gesto e rinunciarvi. Addirittura per guadagnare “simpatie e consensi” e non essere più additati dai rivali come “il male del calcio universale”. E qui, considerando da che pulpito viene la predica, già ci scapperebbe una risata, seguita a ruota da una sonora serie di pernacchie.
Ora, a parte che se accadesse una cosa simile, non si potrebbe parlare di “uno scudetto assegnato a tavolino” nel senso stretto del termine, visto che la Juventus è meritatamente prima in classifica (e non terza…) con un punto di vantaggio sulla Lazio, posizione guadagnata sul campo a parità di partite giocate, non si capisce per quale motivo la decisione dell’UEFA e conseguentemente della Lega Calcio, sarebbe “inaccettabile”. O meglio, lo si comprende eccome: perché in testa c’è, appunto, la Juve! Ma certa gente ha la faccia come il culo, perdonate il francesismo, e fa finta di niente riempiendosi la bocca, come scritto, di parole come “moralità, eleganza, rispetto”. Termini che amano tirare fuori solo quando gli fa comodo, come dimostra il loro operato in questi anni. A cominciare da quando uno scudetto, quello si di cartone, venne assegnato a una squadra a loro simpatica. All’epoca, per chi oggi si straccia le vesti facendo da megafono ai pruriti di qualche presidente cafone o a quelli di qualche tifosotto VIP in piena overdose di Maalox, non era immorale, non era sbagliato, anzi era giusto scipparlo a chi lo aveva vinto meritatamente sul campo.
C’è poi la questione “simpatia, ammirazione”: ma per cosa? La Juventus sono dieci anni che domina in Italia ed è diventata una delle big in Europa, ha un progetto all’avanguardia anni luce avanti a tutti gli altri club di A e un organico che può vantare il più forte giocatore del mondo, Cristiano Ronaldo, più tanti grandi campioni come Dybala, De Ligt e Chiellini, giusto per citarne alcuni. Se la gente non ha saputo riconoscergli meriti e ammirarla dopo tutto quello che ha costruito negli anni mentre le loro squadre arrancavano tra debiti e finti compratori, tra programmazioni errate e proclami da bar, QUANDO, COME e PERCHE’ dovrebbero farlo ora? Parlare poi di “scudetto di tampone” è squallido, schifoso, da sciacalli. A maggior ragione perché sappiamo tutti che alla fine per chi scrive certe idiozie è solo un problema di “maglie”, e se venisse assegnato per magia a secondi o terzi diventerebbe subito lo “scudetto della rinascita del Paese” o lo “scudetto dell’Italia unita e laboriosa”. E non lo scudetto dei paraculi.
Quindi, cari “signori” giornalai, la morale fatela ad altri, magari a cominciare da voi stessi e dalle squadre per cui fate il tifo, che di scheletri negli armadi, tanti e grossi, ne avete più di tutti, oltre a non avere la più pallida idea di cosa significa la parola “etica”. Se l’avreste, non stareste a perdere tempo a scrivere articoli insulsi, pieni di luoghi comuni e di bile, in totale antitesi con la realtà dei fatti. Perché, a leggervi, sembra che con tutto quello che sta accadendo nel mondo, per voi l’imperativo non sia quello di uscire al più presto dalla situazione catastrofica in cui ci troviamo a causa del coronavirus, ma solo che lo scudettino che speravate quest’anno andasse altrove, e che inevitabilmente invece stava per ritornare per il nono anno di fila a Torino, non sia assegnato alla Juve. E fanculo le migliaia di vittime.
* dei coglioni