Allenamenti il 4 maggio? La Juve deve già ridiscutere il taglio degli stipendi
Dopo l’annuncio del ministro Spadafora, la Juventus inizia a lavorare per la ripresa degli allenamenti: cosa succede con gli stipendi se si gioca a giugno
L’annuncio del ministro Vincenzo Spadafora (“Gli allenamenti possono riprendere presumibilmente dal 4 maggio”) ha fatto ripartire immediatamente la macchina organizzativa della Juventus. Il primo passo è il richiamo dei calciatori all’estero, che dovranno presentarsi a Torino tra il 15 e il 20 aprile per scontare i 14 giorni di isolamento ed essere quindi abili e arruolabili per la ripresa dei lavori. In attesa di capire quali siano le condizioni dei tre contagiati (Rugani, Matuidi e Dybala), saranno sanificate tutte le strutture nelle quali i calciatori saranno chiamati a lavorare.
Taglio stipendi Juve: cosa succede ora?
E non è tutto, perché ultimo ma non meno importante, c’è subito da riparlare del taglio degli stipendi. I calciatori della Juve hanno rinunciato alle 4 mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno, con la promessa di riparlare con il club appena si sarebbe capito cosa ne sarebbe stato della stagione. Un’operazione importante e senza precedenti, che ha anche sollevato l’esercizio 2019-2020 di 90 milioni di spese delle quale la Vecchia Signora non sarebbe rientrata per via della crisi. Il nuovo accordo, che sarà sottoscritto alla ripresa, andrà ad ascriversi nel prossimo bilancio e non dovrebbe essere assai gravoso.
Dopo Pasqua Juventus a pieno regime
Se gli allenamenti riprendessero effettivamente il 4 maggio, le partite di Serie A (per le coppe occorrerà attendere che tutti gli altri Paesi coinvolti siano fuori dall’emergenza) si tornerebbero a giocare a giugno. In questo caso, dunque, la Juve e i suoi tesserati dovranno ridiscutere sostanzialmente solo la mensilità di giugno, perché è assodato che la ripresa degli allenamenti non viene presa in considerazione per la “riattivazione” degli stipendi. Dopo Pasqua l’agenda del club sarà sicuramente più aggiornata e dettagliata, con il presidente Agnelli e i suoi collaboratori Paratici e Nedved che torneranno a lavorare, seppur dai rispettivi isolamenti, a pieno regime.