Marotta: “Non ero contrario a Ronaldo, ma non c’era la sostenibilità”
L’ex dg bianconero Beppe Marotta ha parlato oggi del suo passato chiarendo la questione dell’acquisto di Ronaldo e la “lite” con Nedved
Beppe Marotta, intervenuto al Forum organizzato da Il Foglio allo stadio Meazza, è tornato a parlare del suo recente passato juventino. L’ex ad e dg dell’area sport Juve, ha voluto mettere i puntini sulle i sulla questione Ronaldo: è vero che Marotta fosse contrario al suo acquisto l’estate scorsa? “È assolutamente falso che io non volessi Ronaldo – le parole riportate da Tuttosport – , ma è vero anche che non c’era la sostenibilità per fare una operazione del genere. Quando lo abbiamo proposto ad Agnelli, si è preso qualche giorno di tempo per analizzare il budget della società e alla fine si è fatta l’operazione. E’ stato un atto di coraggio e di lungimiranza straordinaria”.
In realtà, l’ok della famiglia Agnelli si è rivelata una grande azione di lungimiranza per la Juventus, che oltre ad aver aumentato il tasso tecnico della squadra, ha anche incrementato la visibilità del brand a livello planetario. “È veramente un grande campione – ammette Marotta in merito a CR7 – , ha le qualità del leader e quello che trasmette con l’esempio è qualcosa che trascina tutti. Quando i giovani si allenano con dei campioni possono diventare dei campioni, vedi il caso delle esplosioni recenti di Kean e Spinazzola. Ha una cultura del lavoro che non ho mai visto a nessuno, lui mette sempre davanti a tutto il calcio e la mamma: il resto non conta”.
Marotta: “Mai stato juventino? Io tifo Varese”
Infine, una battuta sulla lite a distanza con Pavel Nedved: il vicepresidente della Juventus aveva accusato Marotta di “non essere mai stato juventino”: “L’uscita di Pavel è legata al suo modo di essere spontaneo, poi ho avuto modo di chiarire in un successivo incontro. Per me la professionalità è la cosa che conta. Io ho sempre tifato Varese – ha puntualizzato infine l’attuale responsabile dell’area tecnica Inter – , ma sono soprattutto un tifoso del calcio e mi sono sempre innamorato dei posti in cui ho lavorato. Sì, avrei voluto terminare l’esperienza alla Juve in un altro modo”.