“Non è una leggenda la storia che vuole che io mettessi un cappellaccio da pescatore per andare a giocare con gli immigrati, anche se l’ho fatto soltanto un paio di volte. A spingermi era il mio compagno di squadra Edgar Davids. Lui ci andava matto, lo faceva molto spesso: prendeva la macchina e quando vedeva qualcuno giocare in un parcheggio si fermava per aggregarsi. Mi diceva sempre: ‘E’ per loro che dobbiamo giocare, sono queste le partite importanti’. E io gli dicevo: ‘Ok, ma abbiamo gli allenamenti, apparteniamo a un club di alto livello, non possiamo rischiare di infortunarci’. Allo stesso tempo, però, lo ammiravo, perché era in grado di fare delle cose del genere”.
\r\nTra le altre cose, i compagni lo prendevano in giro perché non aveva pettorali:\r\n
“Deschamps vi ha detto che il preparatore atletico della Juventus, Ventrone, mi prendeva in giro perché ero senza pettorali? Ancora da oggi c’è da ridere. Non ho mai avuto dei bei pettorali, non li avrò mai. Poco grave, a calcio non si gioca con i pettorali”.
\r\nInfine, una battuta sulle ignobili accuse di doping:\r\n
“Nel 2006 qualcuno parlò di doping? Cavolate: non mi sono mai dopato, sono sempre stato molto chiaro. E ho sempre fatto in modo di non alimentare certe voci”.
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