Come sempre all’attacco, in nome del bel gioco. Zdenek Zeman non va in dribbling su Mourinho: «Non ha fatto vedere come allenatore una squadra che giochi a qualcosa che si capisca. Ha portato novità nel calcio italiano? Sì, nella comunicazione con cui nasconde la propria mediocrità. Io penso che si trovi all’Inter perché è un grande gestore di giocatori. Ma l’Inter resta la favorita per lo scudetto. È suo l’organico migliore. Vedrò Rubin-Inter? Un po’». A distanza, arriva la replica gelida del tecnico portoghese: «Zeman? Non lo conosco».\r\nIl tecnico boemo, che ieri era alla Casa del Cinema di Roma per la prima del documentario «Zemanlandia» di Giuseppe Sansonna, non ha esitato a commentare l’invito di Ranieri alla Roma a dimenticare il bel gioco per fare subito punti. «Mi piange il cuore quando sento dire certe cose. La gente va allo stadio per divertirsi. Ranieri ha puntato su valori con cui non si va lontano».\r\nZeman sempre contro tutti? No, fa un assist alla scelta più difficile di Lippi. «A me Cassano piace e diverte. Lo vorrei in una mia squadra: nel tridente giocherebbe da centro-sinistro. Ma non è un’assurdità se non viene convocato in Nazionale. In una squadra il primo concetto deve essere quello del collettivo». Uno sguardo alla classifica. «La Sampdoria sta facendo bene, gioca benino, ma avrà difficoltà a restare in testa». Nuovi tecnici. «Leonardo e Ferrara subito in panchina? Io ho fatto la gavetta ho imparato tanto. Si vede che loro non hanno bisogno di imparare perché sanno già tutto». Non vede eredi: «Conosco Gasperini da tempo, ma il Genoa è discontinuo».\r\nZeman e i suoi campioni del cuore. «Il più completo che ho allenato è Totti. Con lui, Rivera e Baggio sono i miei fuoriclasse del calcio italiano. Il rimpianto? Non aver allenato Maradona». Una panchina? «Mi manca. Per ora gioco a golf. Mi sento giovane e aspetto. Ma oggi è diventato molto difficile fare il mio calcio».\r\n(Credits: Gazzetta dello Sport)