Il 28 gennaio, il giorno del suo ventitreesimo compleanno, Dusan Vlahovic ha anche festeggiato il suo primo anno alla Juventus. Due metà stagioni leggermente sotto le aspettative che potrebbero già portare alla separazione. Proprio nel momento in cui sta per tornare finalmente in campo.
23 anni per Dusan Vlahovic, solo l’inizio della sua carriera eppure è già un grande. Ha già raggiunto il sogno di giocare con una big e si è fatto amare a suon di gol ma forse non è stato abbastanza. Dopo un solo anno in bianconero potrebbe essere già giunto il momento dell’addio che nessuno vorrebbe vedere. Le emozioni ci sono state e anche belle intense ma le aspettative erano decisamente più alte e la colpa dell’eventuale fallimento del matrimonio sta da entrambe le parti.
Il numero 9 della Juve ha fatto tanto in un anno ma quel tanto non sembra abbastanza. Il momento, poi, è quello che è e il bene della squadra viene prima di tutto quindi quel che sarà sarà.
Appena arrivato si è fatto subito notare, ha detto di aver scelto i bianconeri perché ne condivideva il DNA, la mentalità vincente e il non arrendersi mai. Quando è stato messo davanti alla scelta del numero di maglia ha scelto il 7, non perché era l’eredità di Ronaldo, disse, ma perché era il più vicino al 9 che in quel momento stava sulle spalle di Alvaro Morata. Poi l’esordio, con gol, e nemmeno il più significativo. Da lì è stato un continuo segnare ma la rete più iconica è probabilmente quella realizzata contro il Villareal agli ottavi di Champions League. Prima partita in assoluto in Europa, primo pallone toccato, 32 secondi dal fischio iniziale ed è subito festa. L’epilogo di quegli ottavi poi non è stato il massimo ma Dusan ci ha messo lo zampino subito, quello debole oltretutto.
Se c’è un giocatore con cui Vlahovic non ha nemmeno avuto bisogno di parlare per trovare la sintonia quello è Paulo Dybala. “Uno sguardo ed è stata subito Joya”, ha scritto per salutare l’argentino. Tra loro l’intesa era qualcosa di magico, si completavano, si capivano alla perfezione. Non ci sono nemmeno parole per spiegarlo, l’unica cosa che resta è il rammarico di una separazione che è arrivata troppo presto. E ovviamente il pensare a cosa sarebbero potuti essere.
Inutile però piangere sul latte versato. Con Di Maria e Kostic c’è buona sintonia e ora è solamente quella che conta, il presente.
In questa stagione DV9, perché finalmente è riuscito a indossare la maglia che gli si addice meglio, aveva cominciato bene. 6 gol nelle prime partite ma poi si è fermato, in tutti i sensi. La pubalgia che lo aveva tormentato la scorsa estate è tornata molto peggio di prima e lo ha costretto ad un lungo stop. Solamente ora sta per tornare in campo, ma forse è già troppo tardi.
Nel frattempo però molte squadre si sono interessate e sarebbero pronte ad offrire un bel tesoretto per portarsi al casa il bomber serbo. La Juventus ha bisogno di battere cassa dunque la sua permanenza è tutt’altro che scontata.