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Vlahovic vicino al PSG ma i tifosi non ci stanno: “Ti tagliamo le dita”

Vlahovic è vicino al PSG ma i tifosi non ci stanno. Il serbo sembra essere vicino all’approdo a Parigi, ma davanti al Parco dei Principi gli ultras della squadra recapitano un messaggio al giocatore a dir poco inquietante.

Il mercato della Juve ruota attorno agli attaccanti. Dopo aver accelerato per il clamoroso colpo Romelu Lukaku, i bianconeri aspettano solo la cessione di Dusan Vlahovic per chiudere il cerchio. L’Inter ha definitivamente abbandonato la pista che porta al belga, lasciando così spianata la strada. Accordo trovato sia con il giocatore, per un triennale da 8 milioni l’anno, e con il Chelsea, per un totale di 40 milioni di euro. L’unica cosa che manca è l’addio del serbo, sempre più vicino al Paris Saint-Germain. Ma da Parigi non sembrano molto contenti di questo acquisto.

Mercato Juve, Vlahovic vicinissimo al PSG. Ma i tifosi francesi lo minacciano: “Ti tagliamo le dita”

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’affare che porterà Vlahovic al PSG permetterà alla Juve di incassare almeno 80 milioni di euro, che con i bonus possono sfiorare i 90, e il giocatore guadagnerà 9 milioni l’anno fino al 2028. I francesi devono solo chiudere qualche cessione prima di avanzare l’offerta ufficiale ai bianconeri. L’operazione però lascia un po’ di amaro in bocca a tutti. Ai tifosi della Juve, che non vedono un upgrade nel passaggio fra Vlahovic e Lukaku – anzi. E ai tifosi del Paris Saint-Germain, che si sono spinti oltre.

Un gruppo di supporter dei parigini si è fatto infatti fotografare davanti al Parco dei Principi con uno striscione e un messaggio chiaro: “Vlahovic a Parigi ti tagliamo tre dita“. Il riferimento è al simbolo che i serbi sono soliti fare con le dita, formando il numero 3, che rimanda alla Grande Serbia e all’ideologia degli ultranazionalisti di riunire tutti i paesi balcanici come Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia e Croazia, ma anche Albania, Ungheria e Romania, in un unico Paese. Kuhnen, il nome del saluto.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni