Il digiuno di gol di Dusan Vlahovic preoccupa non poco i tifosi della Juve. Sono passati ormai oltre mille minuti di gioco dal suo ultimo gol su azione e più di un mese dal suo ultimo centro assoluto. Serve una sterzata decisa e col Napoli gli stimoli sono quelli giusti.
Contro la Salernitana il 7 febbraio scorso, contro il Nantes il 16 febbraio e contro il Friburgo il 16 marzo. Questi sono gli ultimi gol di Dusan Vlahovic, rispettivamente in Serie A, su azione e in assoluto in stagione. Numeri inquietanti per un calciatore di sicuro valore e per il quale la Juve ha speso oltre 70 milioni di euro. Difficoltà sottoporta e difficoltà nel gioco, che lo rendono nervoso e contribuiscono ad abbatterlo psicologicamente.
Il serbo è visibilmente scosso e deluso dalla situazione che non ha una spiegazione facile. Certamente l’idea di gioco di Max Allegri che non esalta le punte è un dato di fatto. Spesso Vlahovic è costretto a giocare spalle alla porta venendo incontro e trovandosi a 50-60 metri dall’area di rigore avversaria. Ma ha dimostrato negli anni alla Fiorentina di essere in grado di gestire il pallone con i piedi e di non essere un semplice finalizzatore. Memorabile un suo gol all’Inter dopo una cavalcata palla al piede per una metà campo e sassata all’incrocio in diagonale. Quello che preoccupa è un’involuzione anche da questo punto di vista. L’attaccante fatica moltissimo anche solo a difendere il possesso e a far valere il suo fisico possente – 190 cm per quasi 90 kg. I difensori avversari – di qualunque squadra – non lo soffrono mai e soffiargli il pallone diventa molto semplice. Allegri nelle dichiarazioni ha sempre parole al miele per lui e specifica come il suo staff stia lavorando su molti aspetti del suo gioco. Ma quello che i tifosi chiedono a Vlahovic sono i gol. Che mancano.
Come detto, in Serie A il gol manca da più di due mesi, dalla doppietta in casa della Salernitana. Poi il gol al Nantes in Europa League la settimana seguente e da lì il conteggio delle reti su azione si è fermato. 1037 minuti totali, 14 partite fra tutte le competizioni. Il digiuno totale è stato interrotto il 16 marzo a Friburgo, su calcio di rigore. Troppo poco per un calciatore che quando è stato acquistato arrivava da 17 centri in 21 gare con la Fiorentina. E l’inizio di avventura in bianconero è stato da sogno per Vlahovic, perché il primo gol è arrivato dopo 13 minuti dal suo esordio contro il Verona.
Il debutto perfetto anche in Champions League, in casa del Villarreal, con una rete dopo pochi secondi. Stagione conclusa con 9 gol e la finale di Coppa Italia persa nonostante il suo centro. Quest’anno è cominciato alla grande con la doppietta al Sassuolo alla prima, poi i due splendidi calci di punizione fra Roma e Spezia. Reti a Bologna e Torino, prima dell’inizio del calvario. La pubalgia lo tormenta e lo obbliga a stare fuori fino alla sosta per il Mondiale. In Qatar gioca poco ma segna un gol – inutile – alla Svizzera. E ci vuole un altro mese prima che rientri in campo con la Juve. Nella sconfitta interna con il Monza, seguita dalla gara di Salerno. Vlahovic cerca la scossa e contro il Napoli stasera è l’occasione perfetta.