Il pedigrèe di Juventus e Brescia è assai diverso, ma il cammino compiuto nel girone di ritorno è identico. La Vecchia Signora ha conquistato un gran numero di scudetti: 29, ma per le vicende di Calciopoli se ne è vista revocare due, ed è stata costretta a disputare un campionato in B. L’unico della sua storia. Invece il Brescia ha toccato il massimo rimanendo per cinque anni consecutivi in serie A, dal 2000 al 2005 (le tre stagioni di Carletto Mazzone, una e mezzo con Gianni De Biasi, poi l’infelice chiusura con Alberto Cavasin, appena richiamato sulla panchina della Sampdoria). Troppo spesso sull’altalena, quindi, i biancazzurri, capaci di qualche guizzo felice e di tanti ruzzoloni. Ma nel torneo in corso hanno dimostrato carattere e combattività, uguagliando nel ritorno le prestazioni della Juventus. Sono infatti riusciti a racimolare 11 punti, gli stessi degli avversari di domenica allo stadio comunale di Torino. \r\nDopo aver virato al penultimo posto, con 15 punti, a quattro lunghezze di distacco dalla zona salvezza (Cesena 19), nelle 10 giornate della seconda fase il Brescia ha ottenuto due vittorie e cinque pareggi. Tre le sconfitte. Ora gli uomini di Beppe Iachini sono saliti a quota 26, e la sottile linea rossa che divide la salvezza dalla retrocessione dista un po’ di meno: soltanto tre punti. Inoltre nell’obiettivo non c’è soltanto una compagine, ma due (Cesena e Parma, 29). A dire il vero, era stato Mario Beretta a iniziare il ritorno con uno squillo. Il 2-0 rifilato al Parma aveva illuso oltre misura, tanto che i ko di Palermo (0-1 su punizione all’86’) e al Rigamonti col Chievo (0-3), la sconfitta interna più netta, hanno riportato alla dura realtà, inducendo il presidente Corioni a cambiare nuovamente il manico. Il ritorno di Iachini ha consentito di rimettere in carreggiata una vettura che stava sbandando. I 6 risultati positivi in 7 gare sottolineano la capacità del tecnico marchigiano, abile a ridare credibilità all’assetto e ad accrescere l’autostima nei giocatori; numerosi i pareggi, che, con un pizzico di buona sorte, avrebbero anche potuto fruttare di più.\r\nNel girone discendente la Juve ha alternato prestazioni brillanti ad altri deludenti. Il 30 gennaio, ad esempio, si è inchinata in casa all’Udinese (1-2), e la domenica successiva ha perso con identico punteggio a Palermo. Poi la reazione, battendo il Cagliari in Sardegna (3-1) e l’Inter in casa (1-0). Nella partita seguente, il crollo: 0-2 a Lecce. Poi sono arrivate le due scoppole interne con Bologna (0-2) e Milan (0-1). La trasferta di Cesena ha confermato l’alternanza di rendimento: dal 2-0 allo spento 2-2. E domenica il Brescia avrà l’opportunità di mettere sul tavolo le fiches e di scommettere su un futuro più roseo.\r\n\r\nCredits: Brescia Oggi\r\nFracassi Enrico