“Ho visto Juve-Napoli, ma non sono rimasto così stupefatto. In linea di massima una volta arrivate ad aprile-maggio le squadre che hanno lavorato costantemente a certi livelli, fanno vedere ancora di più quello di cui sono capaci. Però attenzione: la condizione è il frutto di tante voci, non solo della preparazione atletica. Penso alle motivazioni, al pensare comune, nel caso della Juve al voler mantenere l’imbattibilità. Io poi conosco Antonio, so come intende il calcio. Per me non è certo una notizia che le sue squadre verso la fine della stagione aumentino ancora d’intensità”. Giampiero Ventrone, il ‘Marine’ per chi non lo ricordardasse, l’ex preparatore atletico della Juventus vincente di Lippi e collaboratore di Conte a Bari e Siena, ha rilasciato una lunga intervista a ‘Tuttosport’ nella quale commenta la stagione della Juventus. I bianconeri, nelle ultime settimane, hanno aumentato sensibilmente l’intensità in campo, dimostrando che il calo fisico di metà stagione è alle spalle: un buon viatico per il finale di campionato.\r\n\r\n“Difficilmente cambierà qualcosa in negativo. A meno che non si infortunino giocatori importanti, l’unico nemico a questo punto della Juve. In realtà i bianconeri sono già al rush finale e giocando un match a settimana non possono che rendere al top”, continua Ventrone che poi si sofferma sugli infortuni, pochissimi, rispetto alla stagione precedente, anche grazie al lavoro svolto durante la settimana: “C’è del vero, ma è solo una parte della verità. Bisognerebbe ad esempio chiedersi quanti tra i giocatori ceduti erano cosiddetti codici rossi, ovvero con grosse problematiche a livello di infortuni. E quanti tra i nuovi arrivati siano invece dei codici verdi, ovvero senza quelle problematiche. Poi conta il lavoro di prevenzione. Detto ciò, se hai macinato di esercizi i tuoi giocatori, in partita tendono a trarne beneficio. Il segreto però è l’equilibrio, perché pure lavorare troppo può portare infortuni”.\r\nPoi, l’ex preparatore atletico bianconero dice la sua sul fenomeno Vidal: “Non c’è bisogno di andare lontano per trovare un paragone tra il cileno e un giocatore della Juve del passato. E’ un guerriero, esattamente com’era il suo allenatore. Ma io ne avevo tanti. Torricelli, Ravanelli…”.\r\n\r\n