Editoriali

Una sconfitta che era nell’aria

Quando vinci grazie agli episodi, prima o poi cominci anche a perdere per episodi

La Juventus di Maurizio Sarri ha perso ieri era all’Olimpico contro la Lazio l’imbattibilità che era stata fin qui uno dai capisaldi del lavoro svolto fin qui dal tecnico ex Napoli e Chelsea. È pur vero che lo scorso anno la Juve non avesse una rivale così credibile per lo scudetto come l’Inter di Conte, ma sta di fatto che dopo 15 giornate, Sarri ha meno punti dell’ultimo Allegri, ha segnato molto di meno e subito più gol. Ma se si volesse approfondire il discorso ci sarebbero tanti altri dati interessanti, come ad esempio i minuti trascorsi in vantaggio: la Juventus 2018-2019 a questo punto era stata in vantaggio per circa 800 minuti sugli avversari, mentre la squadra di Sarri esattamente la metà.

Per farla breve, questa Juve fa fatica a segnare, dà l’impressione di poter subire gol in qualunque momento e trascorre molto tempo in parità di punteggio o a dover rimontare situazioni di svantaggio (dato sottolineato ieri sera anche dallo stesso Sarri nell’intervista post-partita). Per carità, complimenti alla Lazio perché ha preparato la partita in maniera egregia e alla fine ha meritato di vincere, ma se c’è un’azione che è emblematica di questa Juventus è quella in cui Cuadrado ha rimediato il cartellino rosso. Squadra alta votata a recuperare il pallone più avanti possibile e fase difensiva completamente sbracata con ripartenza veloce dei biancocelesti rivelatasi fatale per il risultato.

Juve: che fine ha fatto la solidità difensiva?

A questa Juventus manca la solidità che l’ha contratti stinta non solo nell’era Allegri. Seppur giocando bene la prima porzione di gara, come è successo altre volte, i bianconeri spesso giocano le partite in una sorta di pendolo in cui fanno un’azione e poi ne concedono una agli avversari. Un’altalena che non si addice alle grandi squadre, anche se va dato atto che il nuovo progetto tecnico è solo all’inizio. Ha ragione Sarri quando dice che ieri sera tutti gli episodi hanno voltato le spalle alla Vecchia Signora, ma è altrettanto vero che nelle precedenti partite tanti episodi sono andati a favore e si sono vinte partite che si sarebbe meritato di pareggiare o addirittura perdere.

Insomma, di gioco se ne vede molto poco e per di più si è persa quella solidità che ad inizio stagione consentiva alla Juventus di vincere le partite di misura (i tanti 2-1 o 1-0 non sono stati affatto casuali). La storia dice che c’è tutto il tempo per rimediare e Sarri lo farà, anche se il numero degli infortuni comincia ad essere importante e il centrocampo è già falcidiato e in sofferenza. Quello che non è accettabile sono gli allenatori da tastiera per i quali ora vale tutto. Basti pensare alla considerazione di cui ora gode la rosa: lo scorso anno si doveva fare il triplete e non lo si è fatto perché “l’incapace” Allegri non ha saputo sfruttare il parco giocatori più forte d’Europa. A quella rosa sono stati tolti Barzagli, Caceres, Spinazzola, Kean e Cancelo, ma sono stati aggiunti Higuain, Ramsey, Rabiot, Demiral, de Ligt e Danilo. Insomma, un deciso passo avanti, eppure sembra che ora il roster non sia all’altezza nemmeno per tenere testa ad un’Inter che ha 11 giocatori contati. E non è tutto, il Cristiano Ronaldo “normalizzato” da Allegri, ora è considerato un vecchio bollito che deve lasciare Torino al più presto. Insomma, la cantilena “con quella rosa vincevo anche io”, ora non la si sente più.

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Pubblicato da
Mirko Nicolino - @mirkonicolino