Nel giorno in cui Mourinho ha scoperto il calendario, la Juventus ha esplorato il quarto successo in campionato, sesto consecutivo per il suo allenatore, Ciro Ferrara. I ritorni dall’Europa sono sempre ambigui. E poi, il nostro, è un calcio esplosivo in senso letterale, come documentano i 200 chili di fuochi artificiali scovati in un garage del San Paolo, prima di Napoli-Udinese. Ma che distratti, questi custodi. Pure all’epoca dell’omicidio Raciti (febbraio 2007), nel ventre di un altro stadio, il Cibali di Catania, era stato nascosto un arsenale.\r\nQuando giochi in casa e il migliore in campo è sempre Buffon, significa che ci sono problemi. Mascherabili, se tutto fila liscio; non risolvibili, appena l’avversario sale di livello (Bordeaux). D’accordo, gli infortunati non sono pochi né scarsi, ma insomma: questo è il calcio che abbiamo voluto, frenetico e invasivo sin da agosto, inutile fingere che ci sia stato imposto da tiranni di altre galassie. Più che Giovinco, altalenante e ancora una volta sostituito, l’occhio lo ruba Antonio Candreva, già fra i migliori sabato scorso contro il Milan. Lavora di fino, e mai attorno al proprio ombelìco: anzi. Viaggia, la Juventus, a una media di due gol a partita. Nulla da eccepire. Se mai, non deve illudere quell’unico gol al passivo: Buffon ci cova (e un po’ anche il destino). Ferrara dovrà lavorare sodo nella gestione dei risultati. Marchisio, lui, si conferma centrocampista versatile e cruciale. Il Livorno ha giocato a testa alta. Molto ha concesso, molto ha costruito.\r\nOggi, tocca alle genovesi. La Sampdoria ospita il Siena, il Genoa sarà di scena a Verona, nella tana di un Chievo che Di Carlo ha organizzato come una fabbrica fordista. L’Inter, da parte sua, dovrà guardarsi dal Cagliari che, la scorsa stagione, la bloccò a San Siro e, dopo la festa-scudetto, la infilò al Sant’Elìa. Ma c’era Acquafresca. Di solito, era la Juventus che doveva rispondere all’Inter. Per ora, è il contrario. Fino a quando? Mourinho ha fretta, Buffon no.\r\n(LaStampa)