Ultras pesta una nomade incinta all’ottavo mese: perso il bambino

Nel suo letto di ospedale non piange, ma chiede giustizia la nomade ventottene che, picchiata con una mazza da baseball, ha perso il bambino che portava in grembo. Adesso, con l’accusa di procurato aborto preterintenzionale, è in carcere, in stato di fermo, un torinese di 23 anni, conosciuto alla polizia come ultrà della Juventus, in passato destinatario di Daspo, i divieti di assistere a manifestazioni sportive per aver avuto comportamenti violenti. È lui, secondo il racconto della donna, ad averla inseguita per strada mentre chiedeva l’elemosina, e ad averla colpita con un bastone, forse la mazza da baseball che la polizia ha sequestrato a casa del ragazzo.\r\n«Era come un pazzo», raccontano la cugina e la sorella della giovane nomade. Le tre donne venerdì stavano chiedendo l’elemosina anche suonando i campanelli dei palazzi, tra cui quello in cui vive il giovane fermato. Si sarebbe prima affacciato alla finestra e, quando ha capito che erano delle nomadi, le avrebbe insultate e poi raggiunte in strada, colpendo con la mazza la nomade incinta all’ottavo mese.\r\n«Temevo che volessero rubare nelle case», si è difeso il ragazzo, che ha negato l’uso della mazza e ammesso solo qualche spintone e non alla donna incinta. Gli accertamenti consentiranno di capire se a procurarle l’aborto siano stati i colpi o meno: in base ai risultati, potrebbe cambiare la posizione del fermato.\r\n\r\nCredits: Bresciaoggi.it\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it