Udienze Calciopoli, uno sguardo al passato: Romeo Paparesta

Terzo articolo della nostra rubrica…\r\n\r\nIl 19 Maggio 2009 a Napoli c’è stata la prima udienza dove l’accusa ha iniziato a portare i propri testimoni. I Pm quindi, con ogni persona dovrebbero dimostrare l’esistenza di questa Cupola, con Moggi al vertice. Il primo esito è stata abbastanza ridicolo perchè Romeo Paparesta, padre dell’arbitro Gianluca, ha confermato ciò che Moggi dice da tempo. E’ stato ascoltato anche Carboni, che ha rilasciato una testimonianza abbastanza ambigua. Inoltre il commento a fine udienza del giudice Casoria ha generato polemiche. Analizziamo tutto!\r\n\r\nROMEO PAPARESTA – 19 MAGGIO 2009\r\n\r\n1) PM: Senta lei è anche padre di Gianluca Paparesta che ha fatto l’arbitro, per quanto tempo ha fatto l’arbitro?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Lui ha smesso di arbitrare 2 anni fa e tra l’altro ha smesso di arbitrare nonostante, sempre ritornando al mondo del calcio, del mondo arbitrale, nonostante avesse avuto assicurazioni proprio da Gussoni, nemmeno a farlo apposta la stessa persona, e da Collina, che è il designatore, i quali gli avevano assicurato che poiché lui aveva risolto la sua posizione, non c’erano motivi ostativi per poter continuare ad arbitrare, gli dissero soltanto di aspettare e di non anticipare i tempi perché era preferibile rientrare con il campionato nuovo che in quello attualmente in atto, “così verrai al raduno ed al raduno riprenderai insieme a tutti gli altri”. Esattamente dopo 20 giorni Gianluca, mio figlio, è stato dismesso dai ruoli per motivi tecnici quando era ritenuto da tutti, probabilmente, il miglior arbitro della CAF.\r\n\r\nPM: Quindi per motivi tecnici, non per motivi attinenti a sanzioni disciplinari che gli sono state erogate?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Motivi tecnici, perché le dismissioni possono essere motivate soltanto per motivi tecnici, però la cosa non è nemmeno finita lì perché, non so se è il caso che ne parli perché… se mi fate la domanda ne parlo.\r\n\r\n- Questo non c’entra nulla con Moggi e con la Juventus però fa capire chiaramente come la situazione federale non è migliorata dal 2006. Moggi era il male del calcio e senza di lui era cambiato il sistema? Non sembra proprio se poi si verificano casi come questi, dove la posizione di Paparesta è stata archiviata. Se poi consideriamo il fatto che hanno arbitrato persone che contemporaneamente erano sotto processo, ci chiediamo come mai è avvenuta questa differenza di trattamento.\r\n\r\n2) PM: Lei è arrivato insieme con Lanese a Torino?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Sì, abbiamo viaggiato insieme da Roma, siamo arrivati a Torino abbiamo preso un taxi e siamo andati nella sede della Juventus e questo mi aveva lasciato un po’ così perplesso perché io ero convinto che si trattasse di un incontro un po’ riservato ed invece era proprio nella sede della Juventus, comunque siamo arrivati là, c’era Moggi, siamo stati con lui circa una mezzoretta, hanno molto colloquiato soprattutto Lanese e Moggi di quello che era la…\r\n\r\n- Questo è un dettaglio, ma comunque da sottolineare. Il Pm ha voluto insistere su questo incontro tra Moggi, Lanese e appunto Paparesta. In seguito vediamo che in questo incontro non c’è stato nulla, ma già il luogo dove si è svolto fa capire molto: la sede della Juventus. Il più segreto dei posti eh?\r\n\r\n3) PM: C’era solo Moggi o c’era qualcun’altro?\r\n\r\nRomeo Paparesta: No, c’era solo Moggi, hanno colloquiato molto su quelle che erano le vicessidutini del calcio, di quello che era il settore arbitrale, di aspettative che tutti si auguravano per quanto riguarda il miglioramento della classe arbitrale, cioè discorsi abbastanza normali, per gente che è addentro al sistema del calcio. Prima di andar via a Moggi gli disse “senti tu lo conosci Romeo Paparesta? Siamo venuti insieme perché vorrei che tu ti interessassi e ti impegnassi per vedere di realizzare una sua aspirazione perché io purtroppo non ci riesco”, esattamente in questi termini. Moggi disse che per quanto riguarda le sue possibilità gli avrebbe anche fatto piacere darmi una mano perché mi conosceva si ricordava di me e quindi la cosa terminò lì.\r\n\r\n-I due Lanese-Moggi, secondo l’accusa molto ben “coordinati” tra di loro”, hanno parlato solo del campionato e delle tematiche riguardanti questo. Nulla di strano. Anche questo è un dettaglio, che sicuramente non avvalora la tesi accusatoria.\r\n\r\n4) Romeo Paparesta: “Vedendoti un po’ di partite, casomai sentendoci, portandomi il tuo giudizio anche da arbitro, perché lasciamo completamente fuori tuo figlio, perché tra l’altro è anche una situazione di imbarazzo quella che c’è tra te e tuo figlio che arbitra e per questo motivo, proprio per evitare qualsiasi tipo di problema che potrebbe sorgere anche usando telefoni tuoi anche a livello di spese di tutto tieni questo telefonino quando vuoi chiamami e raccontami le eventuali situazioni che tu dovessi ritenere poco limpide”, che poi fra l’altro non è mai stato fatto perché non ho mai detto di cose poco limpide ma ho sempre dato interpretazioni circa eventuali episodi che si sono verificati molto spesso dando interpretazioni che gli stessi arbitri avevano dato all’episodio, tra l’altro mi disse: “ci sono riportati nella rubrica delle indicazioni per quanto riguarda due numeri miei di telefono e due numeri di Fabiani esattamente la rubrica angelo1 e angelo2 i due numeri di Fabiani e Luciano1 e Luciano2 per quanto riguarda Moggi”,\r\n\r\n- Eccoci ad un punto importante. Romeo Paparesta spiega la storia della sim svizzere. Moggi vuole che Paparesta gli faccia da collaboratore, guardando partite e segnalando errori arbitrali sospetti nelle partite di Milan, Inter e delle romane. Per questa commissione gli regala un cellulare, contenente una sim svizzera, e tramite questo possono comunicare più facilmente. Nella rubrica del dispositivo c’erano quattro numeri: Luciano 1, Luciano 2 (Moggi) e Angelo 1, Angelo 2 (Fabiani). L’accusa si aspettava che su quel cellullare ci fossero numeri di arbitri? E anche su questo è dovuta restar male. La cosa importante è proprio il fatto che Paparesta spiega le motivazioni della consegna dell’apparecchio: era un mezzo per parlare del campionato poiché Moggi era “ossessionato” dal potere milanese e romano (cosa che vedremo più avanti).\r\n\r\n5) Romeo Paparesta: Dunque avevo detto che l’uso di questo telefonino è “sia perché è inutile che tu debba spendere del tuo quando è una cosa che ti sto chiedendo io e poi anche per evitare che tuo figlio non venga salvaguardato insomma da questo tipo di rapporto che andiamo ad allacciare io e te”.\r\n\r\nPM: Mi può specificare meglio questo secondo aspetto?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Specificare meglio significa che lui mi voleva far capire “tuo figlio non deve entrarci in questo discorso”.\r\n\r\n- Un’altra accusa fatta è la seguente: Moggi parlava tramite questo cellulare con Romeo Paparesta al fine di condizionare gli arbitraggi del figlio. Esattamente il teste dell’accusa spiega che invece era l’incontrario: si voleva non coinvolgere Gianluca.\r\n\r\n6) PM: No, io, no… è attinente al processo, perché la domanda è questa: “Lei per quale ragione ritenne di dover accettare questa scheda? Per motivi economici?”\r\n\r\nRomeo Paparesta: No, assolutamente.\r\n\r\n- Anche un ipotetico interesse economico viene escluso.\r\n\r\n7) Romeo Paparesta: Ribadisco quello che ho riportato nel verbale, ciò che è la mia percezione, cioè non mi è mai stato detto “Guarda tuo figlio deve avvantaggiarci”. Però sono stato io indotto a pensare che questo contatto che si era creato con Moggi, probabilmente,  da parte sua poteva anche servire per ammorbidire un trattamento nei suoi confronti, che lui chissà perché riteneva sempre negativo da parte di mio figlio che, invece, non era. Quindi, questa era la considerazione che io feci all’epoca nel rilasciare la dichiarazione\r\n\r\n- Molti giornali si sono basati proprio sull’annotazione che il Pm ha fatto a Paparesta circa la deposizione di quest’ultimo in interrogatori passati. In pratica Romeo disse che nel momento in cui gli fu dato questo cellulare aveva pensato che la scelta era per ammorbidire, come detto prima, il figlio. Poi però si rese conto di aver fatto un errore di valutazione e quindi capì che Gianluca Paparesta non c’entrava niente.\r\n\r\n8) Romeo Paparesta: Adesso chiamo io Moggi e ti faccio parlare, l’importante è che gli fai capire che quello che è successo non deve assolutamente più verificarsi, perché non è possibile che ci si possa comportare in quella maniera nei confronti di uno che ha cercato di fare il suo dovere, probabilmente anche sbagliando, però non può essere trattato così, anche perché l’attacco mediatico partito nei tuoi confronti non so\r\n\r\n- Ecco qui. Ricordiamo Romeo Paparesta, teste dell’accusa e sotto giuramento, spiega la chiamata fatta dal figlio a Moggi sull’utenza riservata. Dopo la partita di Reggio Calabria Paparesta vuole spiegare a Moggi che le proteste fatte negli spogliatoi erano esagerate e così il padre gli ha dato il suo cellullare, visto che erano l’unico modo per chiamarlo. Infatti Paparesta Jn non aveva il numero dell’ex Dg Juve.\r\n\r\n9) PM: No, io dicevo, la mia domanda era diversa, io dicevo quanto tempo sono stati negli spogliatoi suo figlio, gli altri?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Ah, il tempo necessario per la solita routine di refertare, farsi una doccia ed andar via\r\n\r\nPM: Questo perché gliel’ha detto, o perché lo penso lei?\r\n\r\nRomeo Paparesta: No, me l’ha detto, se no mi avrebbe detto siamo rimasti di più, perché quando si è verificato qualcosa che ha comportato uno stare nello spogliatoio ancora di più, non lo so, perché si possono essere stati degli incidenti per cui le forze dell’ordine spesso un po’ nello spogliatoio prima di andar via, me l’aveva sempre detto, quando è successo qualcosa del genere\r\n\r\n- In base a quello che sapeva romeo, Moggi non ha chiuso Gianluca Paparesta nello spogliatoio. Poi questo viene confermato dall’interessato e infatti la procura di Reggio Calabria archivia.\r\n\r\n10) PM: Senta, si ricorda se qualche giorno prima suo figlio aveva arbitrato all’estero per caso?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Esattamente, sì, era stato impegnato in un torneo all’estero, e mi ricordo benissimo che, parlando qualche giorno prima con Moggi, che quando si parlava sempre, ripeto, di partite, di arbitri, mi chiese: “Ma tuo figlio questa settimana sta all’estero?”. Perché forse sapeva che stava all’estero, dico “Sì sta all’estero, ma dovrebbe tornare venerdì”, poi cosa invece non vera. Quel torneo terminava il sabato e, quindi, lui ritornò il sabato, però io ero convinto che ritornasse il venerdì\r\n\r\n- Questa è un’altra cosa importante. Vi ricordate l’intercettazione tra Moggi e Bergamo dove i due discutono della griglia arbitrale? In quel caso viene detto dal primo che Paparesta torna sicuramente Venerdi invece l’ex designatore dice Sabato. I maligni si sono fatti tanti interrogativi e ora l’arcano è stato svelato. Fu il padre di Paparesta a dire il fatto a Moggi.\r\n\r\n11) PM: Torniamo un attimo sugli argomenti di cui parlavate in queste telefonate, più o meno settimanali. Allora lei ha detto che parlavate delle partite, solo di questo?\r\n\r\nRomeo Paparesta: Sì, solo di questo\r\n\r\n- Appunto, solo di questo. Sarà mica un nuovo reato…\r\n\r\n12) Romeo Paparesta: Ma lui stesso si lamentava dei designatori, si lamentava spesso dei designatori e, tra l’altro, aveva anche idee che, probabilmente, i designatori, nonostante fossero suoi amici si diceva, potevano fare anche il doppio gioco nei suoi confronti. Questo per quanto riguarda Bergamo e Pairetto mentre, invece, si espresse in maniera ottimale nei confronti del designatore che sostituì Bergamo e Pairetto, che era Mattei. Ecco dice “Con Mattei le cose vanno splendidamente”\r\n\r\n- Questa è la prova che Bergamo e Pairetto erano accomodanti con tutti, ma poi erano loro a decidere su griglie, arbitri ecc. Moggi questo l’aveva capito e l’aveva segnalato.\r\n\r\n13) PM: Senta, ritorniamo alla vicenda iniziale. Lei tutta questa cosa l’ha fatta anche cercando di mantenere un certo rapporto con Moggi, anche in riferimento alle sue aspirazioni personali. E’ successo, poi, qualcosa? Cioè, lei è stato designato, o no?\r\n\r\nRomeo Paparesta: L’anno successivo al mio primo incontro con Moggi, cioè non nel campionato 2003-2004, ma nel campionato 2004-2005, alla fine di quel campionato, quando si rifecero i ruoli, non ebbi ancora una volta nessun riconoscimento, anche se mi risulta, perché detto sia da Lanese che da un’altra persona che faceva parte del consiglio Federale, che c’era stata la proposta fatta del mio nominativo, e che proprio Carraro, che invece ritenevo dovesse essere l’interlocutore giusto di Moggi, non la fece passare, per cui rimasi senza incarico.\r\n\r\n- Concludiamo l’interrogatorio di Romeo Paparesta con questa parte. La situazione è chiara. Moggi da dirigente di una squadra come la Juventus aveva proposto un nome alla Federazione e la Federazione, o meglio Carraro, ha bocciato la proposta. Cosa vuol dire? Che Moggi non comandava il Calcio, altrimenti sarebbe stato subito accettato quel nominativo.\r\n\r\nCONCLUSIONE: Nell’interrogatorio di Romeo Paparesta, teste dell’accusa, si evince che:\r\n

    \r\n

  1. Moggi non comandava nulla a livello federale, infatti una sua richiesta viene bocciata
  2. \r\n

  3. Negli incontri che ha assistito, Lanese e Moggi parlavano solo del campionato
  4. \r\n

  5. Moggi gli ha fornito un cellulare, con una sim e una rubrica ridotta a due numeri, con il quale parlavano esclusivamente del campionato e delle partite delle altre big
  6. \r\n

  7. Il rapporto tra i due non riguardava minimamente Gianluca Paparesta
  8. \r\n

  9. Moggi non ha chiuso Gianluca Paparesta nello spogliatoio
  10. \r\n

  11. Moggi era ossessionato dal potere milanese e romano (come ha sempre detto)
  12. \r\n

  13. Moggi aveva capito che Bergamo e Pairetto erano accomodanti con tutti
  14. \r\n

\r\nAccusa-Difesa: Difesa\r\n\r\nStefano Luongo