Tutta Italia è “zona rossa”: Juventus-Lione all’estero o rinviata

Juventus-Lione, ritorno degli ottavi di Champions League, non si può giocare in Italia nemmeno a porte chiuse: le possibili soluzioni

Il nuovo decreto del governo Conte vieta tutte le manifestazioni sportive in Italia: cosa ne sarà di Juventus-Lione? In una conferenza stampa tenuta questa sera, il presidente del Consiglio ha confermato lo stop a tutte le competizioni sportive su territorio italiano fino al 3 aprile. Il campionato di Serie A è sospeso (con ogni probabilità chiuso anticipatamente), mentre ora la patata bollente passa all’Uefa per le competizioni europee. Il governo del calcio europeo ha già confermato che Siviglia-Roma di giovedì si giocherà a porte chiuse, così come Olympiacos-Wolverhampton e PSG-Borussia Dortmund (mercoledì). La polizia di Basilea ha già annunciato, invece, che il ritorno degli ottavi di Europa League contro l’Eintracht non si giocherà in Svizzera nemmeno a porte chiuse.

Italia “zona rossa”: che succede per Juventus-Lione?

La situazione è molto delicata e se non si arriverà addirittura alle sospensioni delle competizioni europee già nelle prossime ore, trovare una soluzione per Juventus-Lione è davvero dura. Non si può giocare a Torino, nemmeno a porte chiuse, né in nessun’altra città italiana. A questo punto si deve trovare una nazione estera che sia nella possibilità e disposta ad accogliere, anche in caso di porte chiuse, circa 200 persone al seguito dei bianconeri e altrettante al seguito dei francesi. Di alternative non ce ne sono molte, se non quelle adottate in altri sport (basket ad esempio), ovvero la disputa della gara di ritorno nello stesso stadio dell’andata, in questo caso quello di Lione, però stavolta senza pubblico. In questo momento è difficile fare previsioni, ma in extrema ratio non si può escludere il rinvio a data da destinarsi, perché il coronavirus si sta espandendo rapidamente e potrebbero non esserci nemmeno soluzioni estere possibili.