Tuta mia la città: il primo giorno di Sarri a Torino
Maurizio Sarri, piaccia o meno, inizia ufficialmente la sua avventura in quel di Torino. Già, perché nella giornata di oggi l’ex tecnico del Napoli sarà nel capoluogo piemontese, dove potrà apprezzare la bellezza della città nella quale, da contratto, dovrà vivere per i prossimi tre anni.
Secondo quanto riportato da “Repubblica”, la prima tappa del Maurizio Sarri sabaudo sarà dal sarto di fiducia del club bianconero, dove gli verranno prese le misure per la classica divisa sociale. Ma non solo: verrà preparata e confezionata anche la sua classica tuta, marchio di fabbrica della nuova guida tecnica della Juventus, attorno alla quale recentemente si è tanto discusso. Per inciso, polemiche sterili, non è questo l’aspetto sul quale bisognerebbe concentrarsi.
Tolto questo particolare, già svelato in anteprima dal giornale di Carlo Verdelli, proviamo ora a ricostruire la prima giornata piemontese di Maurizio Sarri. Come accaduto anche in precedenza, prima di leggere l’intero l’editoriale, vi invito a cliccare sul seguente link, dove potrete visualizzare una pagina molto utile a tal proposito: https://it.wikipedia.org/wiki/Ironia.
Non avendo potuto portare alla Continassa il suo barista di fiducia, Maurizio Sarri si recherà in qualche bar famoso di Torino, e più precisamente si aggirerà nei pressi di Via Lagrange, facendo molta attenzione a non entrare in una caffetteria spesso frequentata da Antonio Conte, ora suo acerrimo rivale. Di fronte a una richiesta di un semplice caffè, ecco le prime difficoltà:
-«Come lo gradisce? Normale? Macchiato caldo? Macchiato freddo? Con poca schiuma? Tanta Schiuma? In tazza piccola o tazza grande?».
-«Un caffè normale, voglio un caffè normale», esclamerà spazientito. “Maremma bona, mi sono già rotto i co****ni”, penserà tra sé e sé.
Dopo esser riuscito nell’impresa di farsi servire un normalissimo caffè, si renderà subito conto che quello del periodo napoletano era, secondo il suo gusto, molto più buono.
-«Sulo a Napule ‘o sanno fa», dirà sottovoce.
Passeggiando per la città, troverà ancora qualche manifesto con arcobaleni vari disegnati, e inizierà a chiedersi il perché di una simile simbologia. Incuriosito, chiederà informazioni a una passante:
-«Mi scusi, ma cosa sono tutti sti arcobaleni che si vedono in giro? Mi hanno detto che qui sta piovendo spesso, ma non capisco che c’entri adesso».
-«Ma no, ma cosa dice. Deve sapere che sabato, proprio qui, proprio in questa zona, c’è stato il Torino Pride. Avrebbe dovuto vedere quanta gente ha partecipato».
-“Maremma bona, ma dove c***o sono capitato”, penserà, sempre più incupito.
Poi, l’incontro con un’istituzione bianconera, Enrica Tarchi, a cui la Juventus ha affidato un compito specifico: insegnare le buone maniere a Maurizio Sarri:
-«Allora Maurizio, da oggi basta tuta, tranne in rare eccezioni, meno sigarette, meno parolacce in pubblico e, mi raccomando, la sensibilità. Qui alla Juventus siamo molto attenti alla sensibilità. Certe parole qui non si usano e certe dita non vanno alzate per nessun motivo al mondo».
Sarri sarà disorientato di fronte a queste imposizioni ma poi, come al suo solito, saprà trovare le parole giuste:
-«Allora Enrica Tarchi… Sei donna, sei carina, e per questi due motivi non ti mando a f***ulo».
Stremato e già traumatizzato dalla sua prima giornata a Torino, Maurizio Sarri si recherà nell’albergo in cui ha deciso di passare le prossime notti. Essendosi precedentemente assicurato che in quella struttura non siano presenti strani buchi neri nei quali si perdono cose, si recherà dal portiere notturno, con il quale proverà a sfogarsi:
-«Io non ce la fo’ già più. Almeno quest’anno con le maglie a strisce mi daranno parecchi rigori».
-«Ehmmmmm signor Sarri, quest’anno la Juve non ha più le strisce».
-«Ma Maremma bona!».