(Di Alessandro Magno) Chi mi legge su questa ormai consueta rubrica post-partita sa che da molto tempo parlo di ”maggiore coinvolgimento al progetto” da parte di tutti gli elementi della rosa. Lo scrivevo già l’anno scorso a proposito di Krasic ed Elia e a maggior ragione continuo a sottolinearlo ora. Oggi si chiama turn over, ma è la stessa roba. Per ”maggiore coinvolgimento” o ”turn over” che dir si voglia, non intendo la squadra titolare del campionato e la squadra degli ”sfigati” della coppa Italia, ma intendo 18 (magari 22) titolari , che si giocano il posto di volta in volta e soprattutto che si sentano tutti considerati allo stesso modo dal mister e quindi partecipi dei successi della squadra. Questo a mio modo di vedere è il succo per creare una grande squadra e questo è lo ”step” a cui ambire quest’anno. Una dimensione più Europea della squadra e meno casereccia. Confesso, in determinate partite dell’anno scorso, due in particolare Juventus-Genoa e Juventus-Chievo, di esser stato fra quelli (e non credo siam pochi) che imprecavano: ” Fai entrare sto caz… di Del Piero, fai entrare sto caz…di Del Piero”. Ovvio che poi mi son arrabbiato quando Conte lo ha fatto entrare a minuti inutili sul risultato di pari. Ora tralasciando ogni polemica sul nostro grandissimo ex-Capitano che non mi pare il caso: cosa voglio dire?\r\n\r\nL’anno scorso, il mister non so se coscientemente o meno ha puntato su una rosa assai esigua: direi 14-15 giocatori. Anche in passato s’è fatto spesso questo errore, la famosa Juventus della Triade ha peccato molto in questo. Eccetto forse la Juventus di Capello, quelle di Lippi e di Ancelotti hanno avuto raramente in panchina soluzioni di spessore. Paramatti , Pecchia , Esnaider… mmmh. Poi il calcio è strano, non è così matematico, e Lippi con meno panchina ha fatto più finali di tutti mentre Capello nemmeno una, tuttavia quante volte siamo arrivati a fine anno stanchi, spompi, distrutti? Tante, troppe. Se vogliamo arrivare più in alto possibile la ricetta dev’essere quella di ”tutti titolari”. Per fortuna contro il Chievo si è visto per la prima volta da quando c’è Conte, che si vuol abbracciare questa filosofia. Questo mi fa veramente piacere. Voglio far notare un altra cosa in particolare. Se c’è una squadra che può avere questa filosofia dei tutti titolari in Italia, questa è la Juve. Questo perché fa del gioco e non del singolo la sua idea portante. Va da se che se prescindi da uno-due fenomeni, quando ti vengono a mancare questi, è un grosso problema (vedi Milan), mentre altresì è vero che se hai un gioco, cui tutti partecipano e che tutti conoscono molto bene, ti è molto più semplice cambiare le pedine (vedi Barcellona). Chi gioca oggi meglio della Juve in Italia? Quanti giocatori supergiovanissimi fanno esordire i Catalani ogni anno?\r\n\r\nMettiamoci poi che Pirlo ha un età e non può giocare tutte le partite. Che talenti come Pogba (ma anche Marrone) o si danno in prestito oppure vanno schierati di tanto in tanto, per non bruciarli, e giocatori reduci da infortuni gravi come Isla e Quagliarella, non possono fare la muffa in panchina altrimenti rischiano seriamente di sparire e il quadro è completo. Il turn over diventa una necessità e non un vezzo. Bene quindi la Juve contro il Chievo, bene i cambi e bene il gioco espresso. Quel costante martellamento che pian piano demolisce i nostri avversari. Bene Quagliarella al posto di Giovinco se è più in vena di Seba. L’unica nota leggermente stonata e il perpetrarsi del non riuscire a trovare il gol nei primi tempi. Fatto un poco strano ma tant’è. Comunque sia come dice Conte: ”Si può fare di meglio ma si può fare pure peggio”, quindi dai, bene così. Resta la consapevolezza di una Juventus più cresciuta nella propria autostima e più consapevole dei propri mezzi. Credo di poter dire senza paura di smentite che l’anno scorso una partita come quella di Sabato sera l’avremmo pareggiata (infatti l’abbiamo proprio pareggiata).\r\n\r\nContinuiamo così.\r\n\r\nSei qui per dire, che il meglio deve ancora venire. (Ligabue)