Trezeguet: “mai giocato con una punta in dieci anni di Juve”

trezeguetVista la riduzione di posti di lavoro per chi gioca in attacco, dovuta alla ristrutturazione modello 4-2-3-1 voluta da Ciro Ferrara, qualcuno rimpiange i vecchi tempi. Come David Trezeguet, uno che già prima non aveva l’impiego assicurato, figurarsi ora: «È la prima volta che facciamo questo modulo in dieci anni – dice il francese – perché nella storia questa squadra era creata per giocare con due punte».\r\nPer carità, mica detto con piglio da ammutinamento, ma da chi è pronto a eseguire gli ordini se è per il bene collettivo: «Abbiamo sofferto, ma sono felice per la vittoria. Ci sarà da lavorare, però dobbiamo pensare positivo, stiamo ritrovando giocatori importanti dopo gli infortuni, e molti di noi stanno entrando in forma adesso. Il nuovo modulo? Non siamo abituati». Si riproverà, in ogni caso, limando i difetti e affinando i vantaggi , ma senza abbandonare la prima edizione stagionale, il 4-3-1-2\r\n\r\n: «La scelta del modulo è una decisione che spetta a Ciro – spiega ancora Trezeguet – di certo c’è molto da migliorare, se il migliore in campo è stato Buffon. Dobbiamo fare progressi con entrambi i moduli, e bisogna vedere se questo 4-2-3-1 sarà una scelta definitiva o provvisoria ».\r\nAnche se David, si desume, preferirebbe altri assetti: «Io ho sempre giocato con due punte. Ferrara ha voluto provare il 4-2-3-1, liberando Camoranesi, Diego e Giovinco per aiutarli a creare gioco. E chiaramente il modulo lo decide sempre l’allenatore: poi se chiede un parere ai giocatori, i giocatori glielo danno ». Se mai la modifica venisse cementata, per i quattro davanti, Amauri, Del Piero, Iaquinta e Trezeguet l’orario a disposizione si ridurrebbe. Non che fin qui la produzione sia stata da record, anzi: «È vero – riprende David – speravo che avremmo segnato qualche gol in più, invece per ora ci manca. Ciascuno di noi deve dare il massimo contributo anche in copertura. Io mi sento bene ed è importante dopo tutti i problemi dell’anno scorso. Mi diverto, alla mia maniera ».\r\nChe, appunto, sarebbe aver un collega in attacco. Chi ha altre mansioni, come Giorgio Chiellini, apprezza invece la nuova sistemazione sul prato: «Alla fine sono sempre quattro giocatori d’attacco, perché Giovinco, Camoranesi, Diego e Trezeguet sono molto offensivi. Poi è chiaro che avendo a disposizione Felipe Melo e Sissoko si crea una barriera davanti a noi difensori che si sente. Sinceramente hanno una presenza fisica molto importante ». Fanno comodo, insomma, per dissuadere gli assaltatori, anche se contro il Maccabi Haifa qualche rischio è stato corso lo stesso. Il sorrisone ce l’hanno anche i fantasisti che in un colpo hanno visto triplicati i posti, roba da boom.\r\nS’è infatti rivisto Giovinco, scomparso da quasi un mese, che dalla sinistra qualche accelerazione l’ha offerta. L’assetto ha pure riavvicinato all’area Diego, che nelle ultime settimane s’era disperso in giro per il campo. Il giovane e la stelle, entrambi contenti. «Con Diego abbiamo dimostrato che tra piedi buoni ci si trova», dice Sebastian. Un trio magari riproponibile anche domenica prossima, a Siena. Applaude anche Diego: «Questa è la posizione che mi piace di più». Lusinghiero di sicuro, veritiero chissà, visto che la frase, parola più parola meno, l’aveva già pronunciata diverse volte. Pure a Roma, quando spianò i giallorossi con la doppietta che lo illuminò in Italia. “Mi trovo benissimo a giocare lì, è il mio ruolo”, disse. Già, peccato che all’Olimpico romano si giocasse con il rombo, ovvero 4-3-1-2. L’impressione è che, alla fine, per Diego la rivoluzione tattica non cambi poi un granché le abitudini. Allora, chissà quanto è questione di numeri: «Abbiamo sofferto con il sistema di prima – chiude Trezeguet – e anche con questo. Significa che dobbiamo dare tutti qualcosa in più, questa è la cosa più importante». Già.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it